“Le dimissioni dell’assessore Sergio Salvati sono giunte come un fulmine a ciel sereno”. Lo dichiara il vicesindaco Leonardo Montesanto il quale, pur “non nascondendo certe voci pregresse ed insistenti” in circolazione da troppo tempo, ritiene che “la defezione volontaria del Salvati avrebbe dovuta essere discussa prima nelle sedi opportune”. E spiega: “Se c’erano, o ci sono, fatti e circostanze non gradite all’ex assessore, correttezza esigeva, verso gli elettori e, soprattutto nei confronti dei cittadini che ad egli, nel 2011, non hanno inteso votare, un chiarimento, una giustificazione tale da legittimare un gesto tanto clamoroso quanto inaspettato, fermo rimanendo il diritto di ciascuno a determinare le proprie condotte pubbliche e private”. Leonardo Montesanto non nasconde la drammatica situazione finanziaria cui deve fare fronte l’esecutivo: “Inutile nascondersi dietro il classico dito. Noi lo diciamo da tempo: quattrini non ce ne sono.
Dobbiamo fare di necessità virtù. Lasciare affondare la barca, quando la situazione è seria, non mi pare il modo più corretto di affrontare i problemi. Dinanzi alle preoccupazioni, a mio parere, non bisogna fuggire, ma affrontarle con decisione, ogni volta che si presentano”. Montesanto annuncia che lunedì prossimo (1 ottobre) è convocata una riunione di maggioranza, alla quale seguirà, il giorno successivo, un summit allargato ai partiti che sostengono l’esecutivo. “Non so – commenta il vice sindaco – se al vertice parteciperà anche l’ex assessore Salvati il quale deve, ed assieme a lui il suo partito, delle doverose spiegazioni. Certamente la questione è complicata. È necessario fare luce, una volta per tutte, sulle precarie finanze del Comune e, se è il caso, dopo le valutazioni necessarie, decidere se dichiarare o meno lo stato di dissesto.
Le prospettive non sono rosee, ma il mio partito (l’Api, ndc), con grande senso di responsabilità, e sebbene non abbia alcuna relazione con le passate gestioni, ritiene che sia utile un chiarimento complessivo, sia dal punto di vista squisitamente politico che da quello della pura conduzione amministrativa. A questo punto, se si dovesse decidere un mini rimpasto di giunta, crediamo che la lacerazione creata dal maggior gruppo di maggioranza, quello socialista, possa essere ricomposta solo con il contributo di altre forze politiche che finora hanno assicurato con fatica stabilità e fermezza, frenando voli pindarici e velleità che avrebbero determinato il crollo immediato del governo civico. Per quanto ci riguarda, la posizione dell’Api è quella di scongiurare fughe in avanti che traghetterebbero il Comune verso un baratro profondissimo e senza opportunità di risalite”.