“La partecipazione accorata del Governatore Scopelliti alla recente inaugurazione di una struttura sanitaria privata a Crotone ha quasi del commovente. Peccato che altrettanta attenzione il presidente della Giunta Regionale non lo dimostri nei confronti della sanità pubblica crotonese – afferma in una nota l’On. Nicodemo Oliverio del Partito Democratico. L’esempio più eclatante sullo stato di salute, e non è un gioco di parole, pessimo della sanità pubblica crotonese è offerto dal servizio di assistenza ai dializzati, ai quali non viene mantenuto quanto promesso dal governatore Scopelliti con un accordo scritto, ovvero il reparto di Nefrologia. Già definirlo “servizio di assistenza” risulta offensivo nei confronti di chi ogni giorno è costretto ad ancorare la propria esistenza a macchinari e richiederebbe un’assistenza reale ed efficace. Invece queste persone che sono già in lotta ogni giorno con la vita, sono costrette a mendicare, giorno dopo giorno, un’assistenza che dovrebbe essere per loro un diritto e che invece si trasforma in una quotidiana odissea. Basterebbe guardare a queste persone, alle loro difficoltà, non chiediamo con grande ma almeno con un briciolo di umanità ed invece scopriamo che la sanità calabrese gestita dall’attuale compagine governativa di centrodestra li annovera come numeri tra numeri. Quanto sia tristemente vera questa realtà lo si riscontra innanzitutto nella logistica. I pazienti che si rivolgono all’ospedale di Crotone per la dialisi provengono dai più svariati paesi della provincia. Arrivare all’ospedale per il trattamento significa per loro partire all’alba dai propri paesi, prendere un mezzo pubblico con tutti i problemi connessi alle difficoltà di trasporto viario del territorio, per trovarsi in orario utile all’ospedale. Con particolare sensibilità il servizio è stato ubicato nella struttura ospedaliera al settimo piano! Questi “signori della salute” hanno pensato bene dunque di aggiungere un ultimo miglio di ulteriore sofferenza al calvario quotidiano a cui sono costretti i degenti. Si tratta di una mancanza totale di attenzione nei confronti di chi avrebbe diritto ad accedere con grande facilità ad un servizio fondamentale per la propria esistenza.
Quando poi si scopre che nel piano di ristrutturazione logistica della struttura ospedaliera alcuni locali sono destinati ad ospitare negozi, parrucchieri ed addirittura rosticcerie, si ha l’impressione che questa classe dirigente regionale viva su un altro pianeta. Ecco quello che si potrà leggere tra qualche tempo sui cartelli indicatori nell’androne dell’ospedale: primo piano parrucchiere, secondo piano fioraio, terzo piano rosticceria, settimo piano dialisi. Se non fosse per la tragicità del tema, ci troviamo di fronte non a un piano sanitario ma a una commedia scritta da Garinei e Giovannini. Eppure questa commedia/tragedia la sta scrivendo il governo di centrodestra della Calabria. Ma che cos’è diventata la sanità pubblica calabrese se non viene riconosciuta dignità ad un malato di dialisi, se la sua tragica situazione si confonde con gli odori di rosticceria e gli scaffali di un supermercato? Trovo particolarmente triste l’atteggiamento di distacco da parte del Governatore della Calabria Scopelliti verso la sanità pubblica, anche perché questo contrasta con il particolare calore col quale si spende per la sanità privata. Non più tardi di qualche giorno fa, il governatore ha partecipato, anzi ha tagliato il nastro, di una struttura medica privata a Crotone di proprietà, guarda caso, del marito della sua vice al governo regionale. Una struttura molto interessante che attende le relative autorizzazioni regionali che, siamo certi, la solerte macchina amministrativa regionale con la consueta efficienza in materia di sanità non tarderà a far pervenire ai richiedenti. Ma mentre da un lato si sparano i fuochi d’artificio e si stendono i tappeti rossi ad iniziative nella sanità privata, dall’altro non si lesinano tagli consistenti in strumenti, posti letto e quant’altro nella sanità pubblica. Se il Governatore Scopelliti avesse avuto la delicatezza di prolungare il suo soggiorno crotonese e recarsi all’ospedale di Crotone avrebbe constatato che in moltissimi reparti mancano i più elementari materiali parafarmaceutici come garze e medicazioni ed in altri c’è una gara tra pazienti per contendersi un cuscino. Di fronte a questa realtà così dura per chi investe il bene più prezioso, che è la salute della gente, il richiamo non è soltanto alle responsabilità politiche che sono enormi ma soprattutto alla propria coscienza. Si potrà anche fare festa per una struttura privata ma solo se si ha la consapevolezza che verso la sanità pubblica si ha pari se non superiore attenzione. Altrimenti resta uno schiaffo in pieno viso a quanti si rivolgono alla sanità pubblica sperando in risposte che non arriveranno mai”.
Caro Onorevole,
come Lei ha abilmente evidenziato nel presente articolo, è in corso un processo (a mio avviso irreversibile) finalizzato alla privatizzazione della sanità pubblica. Ma occorre evidenziare, però, che il caso preso in considerazione rappresenta il risultato dell’adozione di modelli organizzativi e di erogazione dei servizi sanitari di alcune regioni del nord Italia. Basti pensare che in Lombardia il privato viene messo sullo stesso pubblico. Tralasciando la pur importante questione che non è moralmente accettabile consentire ad una stretta cerchia di amici (di destra, centro e sinistra) di lucrare sulla salute dei cittadini utilizzando le tasse che gli stessi pagano, occorre evidenziare che le politiche dell’attuale Ministro della Salute, facente parte del governo che Lei sostiene, si muovono nella direzione che Lei ha pesantemente criticato nell’intervento oggetto della mia replica. La Signora Ministro Lorenzin non ha mai maturato competenze in campo sanitario e, pertanto, rimane ciò che, per il dizionario, viene definito letteralmente come incompetente. Non solo, a detta di molti addetti ai lavori, inclusi giornalisti di Sanità 24 ore, la Signora Ministro della Salute afferente al governo che Lei sostiene, On. Oliverio, ripete alla lettera quanto riportato nel famoso Libro Verde di Sacconi che rappresenta, non lo dico io, il primo tentativo, nero su bianco e neanche tanto strisciante, di riforma in senso privatistico della sanità italiana. Ad onore di cronaca, per l’OMS il sistema sanitario italiano è (forse era) il secondo miglior sistema sanitario al mondo dopo quello francese seppur con un finanziamento non all’altezza delle altre nazioni sviluppate. Infatti, secondo l’OCSE, l’Italia è la nazione che spende meno, in punti percentuali di PIL, in sanità. Sentir dire prima Monti (governo da Lei sostenuto), e poi Letta, che occorrono nuovi metodi di (ri)finanziamento della sanità pubblica fa da un lato rabbrividire dall’altro conferma che in sanità lo Stato Italiano spende poco. Quindi occorre una profonda riflessione sulle condizioni di salute della sanità italiana e calabrese in particolare, senza dimenticare che in sede di Tavolo Massicci non vengono prese delle misure adeguate per contrastare l’emigrazione sanitaria (leggasi finanziare regioni del nord Italia con i soldi destinati al sud). Emigrazione sanitaria che se eliminata è da sola in grado di abbattere il deficit calabrese lasciando inalterati gli sprechi…
Non è con proclami che si risolvono i problemi ma con i fatti, e nemmeno con frasi del tipo “che per la prima volta nel corso degli ultimi 15 anni non sono stati tagliati i fondi alla sanità”. Se la spesa pubblica è già ridotta all’osso, cosa vogliamo tagliare ancora? E poi è evidente, sotto gli occhi di tutti, che le parole di ministro e premier sono solo fumo negli occhi. Vogliamo parlare, ad esempio, dei ticket (ben 56 euro) da pagare per l’asportazione di lesioni cutanee quali nevi e melanomi? E parlo di soldi da sborsare in ospedali pubblici al fine di prevenire malattie dal decorso sicuramente più infausto rispetti ai dializzati. Lo sa che molta gente non si può permettere economicamente di fare prevenzione di questo tipo? Finora le sue proposte sono state quelle di criticare, giustamente, l’apertura di rosticcerie in setting ospedalieri, senza dirci se voterà (sempre che non lo abbia già fatto) contro la privatizzazione della sanità pubblica. Non mi risulta che abbia preso le distanze pubblicamente da Monti, Letta e Lorenzin.
Un suo affezionato elettore.