“In un clima dove qualcuno cerca di farsi spazio tra le poltrone di Montecitorio c’è chi si dimentica i vari problemi che affliggono l’Italia, primo tra tanti quello della condizione in cui si trovano i giovani – inizia con queste parole la nota del segretario dei GD Cirò Marina, Antonio Castiglione. “Siamo ormai di fronte a due generazioni private di una prospettiva di vita, tra giovani e ormai meno giovani. Il lavoro, o assente o precario, non consente di farsi una famiglia; avere dei figli è da incoscienti, per acquistare una casa non c’è altra via che avere dei genitori che siano riusciti a mettere qualcosa da parte. Si tira a campare, consci che a una vita non certo entusiasmante seguirà una vecchiaia di stenti, visto che a settant’anni ci si troverà con una pensione di 200/300 euro al mese. Sì, è proprio così, secondo i calcoli fatti qualche tempo fa dal quotidiano nazionale laRepubblica per moltissimi precari saranno queste le pensioni. La nostra società è spaccata in due, chi ha più di quaranta anni vive con le garanzie degli anni ottanta, chi ne ha meno nella giungla ottocentesca del ventunesimo secolo. È necessario che questi due compartimenti stagno della nostra società comincino a comunicare e che parte del patrimonio di diritti delle vecchie generazioni defluisca verso le nuove. Siamo uno dei paesi europei con la minore percentuale di laureati e, nonostante ciò, chi ha un titolo di studio deve scappare all’estero se vuole cercare con successo un lavoro ciò dovuto alla scarsa attenzione al merito che purtroppo anche qui al Sud è un enorme zavorra”.
Prosegue Castiglione: “L’avversione al merito è paradossalmente diffusa anche nel settore privato; in Italia le imprese sono nella stragrande maggioranza piccole o medie e l’imprenditore, di solito, predilige non avere dipendenti con eccessiva autostima. Se però il datore di lavoro nel settore privato può valutare del tutto autonomamente le caratteristiche dei propri dipendenti non così dovrebbe essere nel settore pubblico per il quale l’art. 97 della Costituzione prevede si acceda per concorso, e penso non intendesse pilotato. Dei dipendenti degli Enti Locali solo il 6% ha la laurea, singolare per impieghi a cui si accede per concorso. La politica, poi, raggiunge i più alti vertici, qui è esplicitamente richiesta la fedeltà a prescindere e il non avere idee può rivelarsi uno dei maggiori pregi per alcuni purtroppo. L’Italia è il paese delle rendite di posizione, non per niente abbiamo una classe dirigente anziana e se si raggiungono i vertici si diviene inamovibili. Come si può scardinare un tale sistema se ormai chi dovrebbe occuparsene ha come suo maggior pregio il non avere un pensiero autonomo? Se la classe politica non è più in grado di risolvere problemi e governare, allora sarà spazzata via in blocco, e a quel punto saranno tempi duri anche per i Gattopardi. La nostra società ha bisogno di concorrenza, si devono abbattere le rendite di posizione, solo una società basata sul merito può oggi accrescere l’equità che per questa via si coniuga con l’efficienza. Rimettere in moto il Paese deve essere un dogma anche per chi pensa di avere le spalle coperte. Il giovane dovrà avere il dovere non solo politico ma morale di prendere in mano le redini di questo paese prima che il giovane diventi anch’egli ‘vecchio’, differenziandosi grazie alle proprie competenze in ogni settore, crescendo con la consapevolezza di divenire protagonista del nuovo e non più del solito. Crescere sapendo che il destino del nostro Paese è affidato a noi e ”tremare” all’idea che il carico di questo compito non dovrà deludere a chi veramente crede nel cambiamento”.
Parole che rispecchiano un punto di vista comune a tanti…speriamo che figure come Castiglione possano fiorire in un sistema politico che appare corrotto e volto ad interessarsi solo alle convenienze della casta, invece di dare un futuro ai giovani creando opportunità e aspettative che invoglierebbero a prefissarsi un obiettivo che sia non quello di sparire dall’italia.