“Consentimi di disturbarti nuovamente per sollecitare la tua attenzione, ancora una volta, sul trasporto aereo i cui problemi non solo non sono stati risolti, ma rischiano di diventare una piaga cancrenosa trasformandosi in immagini arrugginite indice dell’insuccesso morale e materiale, come tante altre cose di questa nostra regione bistratta, martoriata, violentata e, mi si lasci passare la frase chiedendo scusa anticipatamente alla decenza, fatta prostituire nel nulla – scrive in una lettere Gianfranco Turino di Fiamma Tricolore, indirizzata al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il balletto di notizie, incontrollate e incontrollabili, continua ininterrotto, alimentando poche speranze per spegnerle immediatamente, in modo particolare l’assegnazione di fondi e le scelte delle tratte aeree, oppure la finanziabilità del progetto, antico ma sempre in orbita, per la veduta mentale dell’inesperienza di chi ne porta alla luce, a scadenze fisse, la proposta dell’avio superficie di Sibari, oppure la rivalutazione, che già costa circa 30 mila euro annui per manutenzione e varie della pista, parzialmente erosa dal fiume Lao, di Scalea. Caro Governatore, ti ricordo che la Calabria ha già tre suoi aeroporti la cui esistenza è di vecchia data, in cui il più giovane è il Lamezia Terme, con un bacino traffico differenziato dalla densità e geografia delle zone in cui sorgono le strutture. Un triangolo aeroportuale che se pur a spinte e strappi è, in questa Calabria menomata di tutto, l’unica oasi di un quasi costante funzionamento. Esiste l’inceppatura del Crotone – Sant’Anna, dove ancora non si riesce a capire cosa si aspetta a farlo ripartire superando gli inutili ostacoli che, a mio avviso, sono artificiosi, nonché costringere l’ente gestore al pagamento puntuale delle spettanze ai propri dipendenti.
Hai riempito televisione e giornali di progetti turistici, di proposte, di dettagli e statistiche, ma in fondo come si pensa di attuarli e di concretizzare la possibilità di un bene economico come il flusso vacanziero? Forse firmando contratti aerei per i tre scali, con inviti regionali pagati per invogliare a prenderci in considerazione? Fondi che, alla fine, escono da noi contribuenti sulla tassazione regionale, evidentemente non c’è un rapporto con la realtà giornaliera di un ambiente oberato di spese, sempre più pesanti per il cittadino. Basta con gli sperperi senza un risultato pratico per il futuro. La Calabria, amaramente, è povera di tutto, la dove una parte della gente arriva stentatamente alla fine del mese, un’altra parte non arriva neppure alla metà e, altri, non sono in condizioni neanche di cominciare, vivendo non alla giornata ma, in termini spiccioli, sulle ore, sperando che la successiva sia diversa dalla precedente. Ti sembra possibile tratteggiare voli pindarici con cifre e fondi che, se elargiti, affonderebbero ancora di più la necessità di vivere e riprendersi della regione? Più che una risposta personale è l’attimo giusto per rivedere lo scenario in cui si vive nella sua cruda consumazione, senza scuse e infingimenti. Sarebbe il momento di dedicarsi concretamente alla Calabria sul vero senso della realtà d’esistenza, rivedendo i piani per la sanità cronicamente costosa con tempi d’attesa lunghissimi, ricercando il modo per velocizzare il via superficie attraverso la funzionalità e la sicurezza stradale, impostando la ferrovia sul modernismo della velocità e dei tempi,riproponendo la cultura per le sue radici del conoscere, aprendo al turismo marino attraverso spiagge pulite e mare non inquinato, rivalutando l’ambiente montano, creare e controllare attivamente un calmiere di prezzi per evitare una levitazione che danneggia la continuità e dissuade il turista dal ritornare. Il nostro mondo attuale, quello in cui viviamo è uno strumento da riadattare e plasmare al sociale, un atto che si può fare, perchè la nostra regione, ricordiamocelo, è un serbatoio di beni naturali che vanno utilizzati al meglio e non demoliti o sfruttati in modo ambiguo e deleterio. Governatore, storia, cultura, archeologia, tradizioni, prodotti e costumi possono essere le basi per ripartire dal niente, invogliando e investendo nel marchio della Calabria attiva pronta all’accoglienza,con infinite possibilità di offerte”.