L’unione fa la forza. La convergenza delle idee, unite, moltiplicano il valore e la potenza che solo un gruppo può esprimere. Deve essere questo il filo etico e la forza che ha spinto cinque aziende vitivinicole Calabresi a costituire l’Associazione “Eu vite”. Un gruppo di aziende i cui componenti hanno avuto e hanno ancor di più oggi, alla luce dei risultati raggiunti e delle prospettive che si aprono, convergenze di intenti. Perché convergere vuol dire, quasi sempre, incontrarsi e ottenere dei risultati. Convergere intorno ad una idea, a dei valori, al proprio territorio, alla propria storia, al proprio terroir, permette di crescere tutti verso la stessa direzione, verso la promozione del proprio lavoro, della ricerca, del prodotto. Abbiamo introdotto questo importante appuntamento di “Eu vite” con queste considerazioni, perché pensiamo che questa sia la strada per giungere ad una valorizzazione qualitativamente superiore del nostro prodotto d’eccellenza, il vino, ma in generale di tutte quelle iniziative e azioni che sono destinate a rappresentare il valore e il lavoro non del singolo ma di un gruppo, di una città, di un comprensorio, di una regione. Non vi sarà mai crescita senza convergenza di obiettivi e di energie. Per crescere bisogna evitare di disperdere le forze e le capacità affinché lo sforzo di ognuno e di tutti siano canalizzate verso la crescita comune. Più facile a dirsi che a farsi, probabilmente. “Eu vite”, e in rappresentanza dell’Associazione, sicuramente la Cantina dei Fratelli Librandi ne sono è un esempio vivo e reale. Perché si deve proprio a questa azienda prima e oggi dell’Associazione “Eu Vite”, un nuovo modo di interpretare e produrre, qualificare e rilanciare, ciò che è stato un ruolo d’eccellenza nell’antichità e che poi man mano ha perso di prestigio e valore negli anni. Dopo un lungo lavoro di ricerca e recupero dei vitigni autoctoni, dello studio del terroir che è la sintesi tra il territorio, la pianta della vite e la cultura contadina, i fratelli Librandi hanno avviato negli anni 90 un sistematico rilancio del nostro prodotto, risvegliando l’attenzione dei mercati sul nostro prodotto d’eccellenza. Un lavoro complesso che si è svolto e giocato su più tavoli, da quello scientifico, a quello culturale, con l’attenzione sempre rivolta alla qualità e all’affermazione in campo nazionale e internazionale, ma, nel fare questo, cercando sempre più di coinvolgere un numero maggiore di produttori e operatori del settore.
Il convegno che si è concluso sabato sera, presso il teatro Alikia di Cirò Marina, durante il quale sono intervenuti autorevoli relatori, saggisti, che hanno ricevuto il benvenuto da parte dello stesso Sindaco della città Roberto Siciliani, oltre che le massime istituzioni governative, dall’assessore Regionale, Trematerra, alla vice presidente del consiglio regionale, Antonella Stasi, al consigliere Alfonso Dattolo, per citarne alcuni, alla presenza altresì dei rappresentanti delle Istituzioni locali, un parterre quindi autorevole e attento, che nella parte conclusiva ha premiato i migliori viticoltori, da Santoro, a Sicilia a Parrilla, e premio speciale a Mezzotero, non è stato altro che un sottolineare l’anima e le finalità di questa evoluzione che la cantina dei fratelli Librandi, Antonio e Nicodemo, vogliono offrire a tutti i produttori Calabresi. A tale scopo, crediamo, per meglio fare comprendere, riportare le parole che, racchiudono appunto il loro pensiero in maniera, crediamo, esaustiva: “L’unica arma di difesa della nostra viti-enologia, sul mercato mondiale è rappresentata dallo studio e dalla valorizzazione del patrimonio viticolo ed enologico del territorio e delle sue unità ed esclusività. Solo in questo modo il consumatore attento e abituato a bere bene può scegliere un nostro vino di qualità sulla base di quelli che sono i nostri punti di forza. Intendendo con nostro un vino italiano prima e calabrese poi. Proprio a partire da questa convinzione è nata in noi l’esigenza di conoscere sempre più a fondo non solo il Gaglioppo, vitigno principale della nostra zona, ma il patrimonio viticolo calabrese nella sua totalità. Tale convinzione è rimasto sempre l’asse portante del lavoro di studio e ricerca iniziato nell’ormai lontano 1993”. A guardare i risultati e l’impegno che tutte le aziende vitivinicole e gli stessi produttori si stanno sforzando di mettere in campo, crediamo che la cosa principale è unirsi, perché come dicevamo in apertura, l’unione di intenti fa la forza.