“Nel parlare di sanità bisogna fare molta attenzione all’utilizzo dei termini tecnici e al contempo è opportuno ponderare le dichiarazioni pubbliche, se non si intende esasperare gli animi in un clima già avvelenato di per sé. Soprattutto quando l’unico scopo di questa campagna strumentale e accerchiatrice è quello di trovare un appiglio su cui fondare l’azione politica d’opposizione alle forze di maggioranza”. Il presidente del Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza (PdL), interviene sulle polemiche sollevate da numerosi esponenti istituzionali del centrosinistra crotonese circa la gestione sanitaria del territorio dopo che la direzione strategica dell’Azienda sanitaria pitagorica ha inviato alla Regione l’Atto aziendale. “Invito i colleghi del centrosinistra – prosegue l’onorevole Pacenza – ad utilizzare tutta l’onestà intellettuale e l’oggettività politica che il caso Sanità richiede in Calabria, così come anche a Crotone. Su un punto penso siamo tutti d’accordo. Nessuno uscirebbe pubblicamente sugli organi d’informazione per difendere un documento che metterebbe a serio rischio il diritto alla salute garantito dalla Costituzione ad ogni cittadino, soprattutto quando le proprie famiglie e i parenti più stretti risiedono in quella realtà. Chi come il sottoscritto ha deciso di difendere la nuova riorganizzazione dell’Azienda sanitaria proposta dal direttore generale attraverso l’Atto aziendale lo ha fatto in virtù delle sue conoscenze tecniche (sono medico diabetologo presso il San Giovanni di Dio di Crotone oggi in aspettativa); ma anche e soprattutto tenendo conto delle prescrizioni e dei parametri imposti dal Piano di rientro regionale e dalla nuova legislazione nazionale. Lo sapevamo tutti che, in questi anni, si sarebbe dovuta stringere la cinghia dopo decenni di sperperi e sprechi in campo sanitario. Lo sapeva e lo sa tuttora anche quel centrosinistra che, sotto la guida Loiero, dal dicembre 2009 (data d’approvazione del Piano di rientro) e fino alla scadenza della sua Legislatura non ha mai attuato un solo punto di quel prospetto che sarebbe servito al ripiano del debito sanitario. Eppure il centrosinistra aveva sottoposto quel piano al vaglio del Consiglio regionale per ben due volte.
Il centrosinistra ha preferito far sì che il buco diventasse una voragine in ambito sanitario. Con ogni probabilità, si è pensato di lasciare la patata bollente ad altri che, invece, come sta dimostrando il governatore Scopelliti, hanno colto la sfida e stanno riportando sui binari giusti la sanità calabrese. Per ciò che concerne l’Atto aziendale di Crotone c’è da dire che non si poteva fare di più. Non dimentichiamo che esso arriva dopo numerosi e stringenti decreti del commissario ad acta; che la pressione esercitata in questo senso anche dal Tavolo Massicci è stata ineludibile; che la riorganizzazione non sopprimerà nessuna prestazione o servizio erogati dall’Asp di Crotone alla data antecedente la sua emanazione. Per tanto, accusare di “scarso senso critico” gli esponenti regionali di maggioranza circa l’incisività sulla stesura dell’Atto aziendale dimostra, o malafede finalizzata a scopi politico-elettorali; oppure poca competenza rispetto a meccanismi tecnici insormontabili imposti dai modelli odierni di riorganizzazione sanitaria. Devo ammettere che noi esponenti della maggioranza alla Regione forse non abbiamo molto pubblicizzato in questi mesi i contenuti dei numerosi incontri avuti con i due subcommissari. Tali incontri erano finalizzati proprio a salvaguardare più possibile l’organizzazione sanitaria del territorio, ma in virtù di quanto sopra già elencato non è stato possibile andare oltre. In virtù di tali considerazioni – conclude l’onorevole Pacenza – invito i colleghi del centrosinistra ad un maggiore senso di responsabilità politica in modo da chiudere nel più breve tempo possibile questo periodo di razionalizzazione dei costi dei servizi sanitari per programmare insieme, in un futuro prossimo, quel diritto alla salute che Crotone merita”.