“Oggi si realizza un mio desiderio, ma che nel corso di questi mesi è diventato quello di molti fedeli.” Annuncia così, in apertura della Santa messa di domenica mattina, Don Antonio Salimbeni, la presentazione ufficiale dell’icona realizzata su legno dalla giovane artista locale, Gina Renzo, e raffigurante la Madre Dolorosa che accoglie tra le sue braccia Gesù dopo essere stato crocifisso. Un desiderio del prelato, che nel dolore della prematura scomparsa di una sua cugina, ad inizio anno, aveva messo a disposizione il suo calice, ricevuto in dono ad inizio sacerdozio, per ricavarne i fondi necessari alla realizzazione dell’opera. Da quel giorno, però, in tanti, tra i fedeli, hanno condiviso l’iniziativa, mettendo a disposizione le proprie offerte. Nello scegliere la mano realizzatrice, Don Antonio si rivolge quindi ad una giovane e promettente pittrice, Gina Renzo (delle cui apprezzate opere abbiamo già parlato da queste colonne): “Grazie al suo cuore grande ed alla sua immensa devozione, Gina è subito diventata la mano di Dio nella creazione di questa bellissima icona che rappresenta, soprattutto verso la fede ortodossa, un segno di unione nella fede.” Ed ecco prendere vita, quindi, nel corso di tantissimi giorni, tantissime ore, trascorse nel suo laboratorio sotto casa, una raffigurazione su legno, larga ben 4 metri ed alta 2,5, seppur composta da tre parti poi affiancate in sede di montaggio alle spalle dell’altare maggiore della bella chiesa madre di Torretta. Nella scena, ricca di dorature di sfumature e riflessi campeggia centralmente la Madre dolorosa che accoglie tra le sue braccia e sotto il suo mantello azzurro, rappresentante l’umanità intera, il figlio Gesù Cristo appena deposto dalla croce, segno di povertà ed umiltà.
Dietro di loro la scala che l’uomo ogni giorno deve imparare a salire, e poi il panno bianco, simbolo di vittoria, di superamento delle prove più dure, che avvolge il Cristo, le cui braccia allargate stanno ad indicare la vita agli antipodi, da un capo all’altro dell’umanità stessa. Infine, lateralmente, i due Arcangeli, Gabriele e Michele, che nel progetto iniziale non erano inclusi, ma che la Renzo ha reso indispensabili nella sua opera per indicare i due custodi al fianco della scena centrale. Non basterebbe una pagina di giornale (ma contiamo di poterlo fare successivamente), invece, a raccontare le tantissime procedure e fasi di lavorazione che la Renzo ha dovuto affrontare in oltre due mesi di intensa attività: a partire dalla scelta del legno, in questo caso pioppo, poiché il legno marino, ci ha spiegato, respingerebbe i collanti naturali impiegati. Ecco che, quando i due ragazzi hanno tirato giù il telo bianco che nascondeva momentaneamente l’opera dietro l’altare, un grande applauso ha accolto l’artista, assieme al marito Pino Afflitto, chiamati al proprio fianco da Don Antonio, per ricevere l’onore della platea. Tanta commozione sui volti di Gina, come su quelli dei suoi familiari, ma anche negli occhi meravigliati dei fedeli presenti in Chiesa.