La serata del 28 luglio ha dato ufficialmente il via al Tropeafestival. Accolti nel centro della cittadina di Tropea i direttori artistici insieme alle istituzioni hanno presentato l’evento ricordandone l’importanza per l’intero panorama culturale calabrese. A raccontare il Festival, che si svolgerà dal 24 al 29 settembre 2013, l’Assessore alla cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri, del Comune di Tropea, Lucio Ruffa, gli scrittori Mimmo Gangemi e Carmine Abate, Vittorio Sgarbi e i tre direttori artistici dell’evento. La novità di quest’anno, infatti, sono le tre sezioni del festival: “Parabolè_narrazioni in corso”, diretta da Maria Faragò, “Una regione per leggere”, coordinata da Gilberto Floriani, e “Premio Tropea”, diretta da Pasqualino Pandullo. Moltissimi contenuti e decine di ospiti nazionali e internazionali (Marc Augé, Ramin Bahrami, Salvatore Settis) in programma per la fine di settembre, quando troverà piena realizzazione uno degli eventi che la Regione Calabria ha inserito nel suo programma “Calabria Terra di Festival”. «A dispetto della percezione esterna, la nostra regione produce ed esporta cultura» ha affermato Mario Caligiuri il cui assessorato si pone da anni il compito di incentivare la lettura in Calabria, incrementare il turismo culturale, riunire in un grande cartellone una serie di eventi che coinvolgono tutte le discipline, dalle arti figurative (i festeggiamenti per il quarto centenario dalla nascita di Mattia Preti) alla musica, dal teatro alla letteratura. Ha insistito sullo scopo di colmare il gap con i livelli di lettura nazionali Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese, polo regionale della lettura e della conservazione dei beni culturali. La sezione del TropeaFestival da lui diretta, infatti, porta come titolo “Una regione per leggere” e attraverso ospiti di rilevanza nazionale come Marina Valensise e Marcello Veneziani, racconterà nuovi modi di leggere la propria regione e il mondo, nuove fruizioni della lettura (il digitale) e le nuove frontiere della scrittura collettiva. La prospettiva, come nell’edizione 2012 è quella di un festival itinerante, che valorizzi le potenzialità culturali e paesaggistiche della nostra regione spaziando da Tropea a Vibo Valentia, da Serra San Bruno a Soriano Calabro. Una rilettura della Calabria che legge.
Per Maria Faragò, la direttrice artistica del Festival sin dalla sua prima edizione, «l’evento è il risultato di un lungo lavoro», la storia del Tropea attraversa tutta l’Italia, dalla partnership con il Festivaletteratura di Mantova al Salone del Libro di Torino, che ha scelto la Calabria come regione ospite della scorsa edizione. «Queste importanti kermesse, che raccolgono personaggi, qualità, contenuti, sono il modello a cui si tende, con la collaborazione fattiva di tutti». Un festival della comunità, quindi, che vanta firme come quella di Isabella Bossi Fedrigotti e una storia densa di successi come quella del Premio Tropea, quest’anno giunto alla settima edizione. «Il cambiamento parte dalla parola» racconta Maria Faragò la cui sezione prende il nome proprio dalla radice antica del termine, “parabolè”. Ad animare ancora di più la serata, il grande critico d’arte Vittorio Sgarbi, cultore e studioso dell’arte pittorica di Mattia Preti, il caravaggista soprannominato Cavalier Calabrese. Attraverso le pagine del suo libro, edito da Rubbettino e presentato all’uditorio di “Aspettando il TropeaFestival”, Sgarbi ha sottolineato il forte valore di artisti e intellettuali calabresi, come Mattia Preti precursori dei loro stessi tempi e anticipatori di tendenze culturali. Attraverso iniziative in collaborazione con i luoghi dell’artista e con la città di Reggio Calabria, il critico si propone di valorizzare le attività di diffusione dell’arte e della cultura, nonché una migliore organizzazione di musei e pinacoteche, affinché la Calabria ottenga dalle istituzioni quello che merita di diritto, la conservazione e il mantenimento del proprio territorio ai vertici dell’offerta culturale. A simboleggiare la buona riuscita di questo monito i due noti scrittori, Carmine Abate (Campiello 2012) e Mimmo Gangemi (Tropea 2012) che raccontano di emigrazione e perdita, della calabresità e del ritorno visti dal punto di vista delle loro storie, narrazioni insieme epiche e attuali. Molto più di una conferenza stampa, insomma, la vetrina di presentazione del TropeaFestival propone al suo pubblico un calendario di circa 70 appuntamenti, distribuiti in sei giorni, che costituiscono ogni anno il punto da cui partire per un’esperienza collettiva di intrattenimento e arricchimento culturale di una “Calabria che resiste”.