“Strano destino quello della Regione Calabria, condannata a languire sempre e comunque agli ultimi posti di tutte le classifiche che riguardano la qualità della vita e dei servizi proposti ai suoi cittadini – comunica con una nota il circolo del PD di Crotone. Certo però, prima per proclami, progetti (spesso mai divenuti esecutivi), buone intenzioni che quasi mai trovano seguito e riscontro. E quando manca la progettualità, quella vera, per gestire la cosa pubblica senza andare fuori dal patto di stabilità, si ricorre sovente alla pratica – consolidata per il governatore Scopelliti – di limitare la spesa pubblica operando tagli lineari e indistinti ai servizi, proporre soluzioni ardite e ben poco incisive nei settori chiave dove il governo di questa malandata regione si gioca la sua credibilità. Non è mistero ormai la fallimentare gestione del ciclo dei rifiuti, la palese impreparazione al passaggio dallo stato commissariale a quello della gestione ordinaria, le tantissime difficoltà della sanità calabrese ormai ridotta allo stremo. Oggi purtroppo a questi già noti problemi si aggiunge quello dei trasporti locali, una miscellanea di criticità che porta in se altre problematiche ad essa connesse a doppio filo. Il taglio di ben il 50% operato dalla Regione in termini di trasporto locale, ha di fatto come unica conseguenza quella di mettere in ginocchio un comparto già in crisi, ponendo sul tavolo tre ulteriori motivi di preoccupazione: innanzitutto un taglio così corposo e indiscriminato mette a rischio serio ben 1.300 posti di lavoro in un momento di forte crisi come quello attuale e in un territorio mai decollato dal punto di vista economico, si può ben capire l’effetto sociale che tale rischio porta con se.
Secondariamente i tagli vanno a gravare su un servizio che al contrario andava se non implementato di certo razionalizzato visto che notoriamente questa regione è ultima anche in termini di infrastrutture. Non comprendiamo quindi come si possa aggravare il già pesante deficit infrastrutturale con un deficit di servizio che in molti casi sopperisce da anni alla reale impossibilità per i cittadini calabresi di utilizzare in modo efficace la rete ferroviaria. Un ultima considerazione è d’obbligo considerando l’utenza che storicamente in Calabria utilizza il trasporto locale come mezzo di locomozione. Non certo un’utenza di manager e funzionari d’azienda, ma giovani e giovanissimi studenti che spesso sono costretti ad un pendolarismo esasperante e che già oggi a causa delle ristrettissime risorse dedicate al settore sono obbligati a organizzare i loro spostamenti pianificando levatacce mattutine, sopportando lunghissime attese perché spesso la corsa per quel dato paese è ad orari scomodi, a rincorrere un passaggio di fortuna quando malauguratamente si perde l’autobus di ritorno per casa. I primi effetti della crisi di questo settore e delle proteste che in questi giorni si stanno mettendo in piazza, hanno già procurato concreti disagi a questi giovani studenti che con difficoltà riescono a raggiungere i centri cittadini dove risiedono circa l’ottanta per cento degli istituti scolastici. Non vogliamo essere disfattisti, girarci dall’altra parte rispetto all’esigenza di contenere i costi, ma quelle che raccontiamo sono storie conosciute direttamente e indirettamente a tutti i calabresi che per almeno una volta in vita loro hanno avuto la necessità di sostituire al mezzo proprio il trasporto locale. Ed allora cosa fare? Ebbene non certo tagli lineari, ma mettere in campo uno sforzo maggiore per razionalizzare e migliorare il servizio, perché è ben nota cosa che i costi possono essere contenuti anche se si ragiona in termini di migliore gestione dei trasporti. E allora oggi che di soldi in giro ce ne sono pochi è d’obbligo aspettarsi da chi governa uno sforzo in più per ottimizzare le idee e le risorse non facendo pagare ai propri cittadini quest’ indolenza nell’ amministrare le istituzioni e i problemi di questa malandata regione”.