Le trivellazioni nel Mar Mediterraneo costituiscono una grave violazione del diritto comunitario (Principio di Barcellona). Sono ben 11 le istanze, fatte da 7 diverse compagnie petrolifere, nel solo Golfo di Taranto. Altre 3 nuove istanze di ricerca sono state fatte tra Crotone e Catanzaro più 4 concessioni attive costa/mare. Su ogni concessione ci sono più piattaforme e su ogni piattaforma decine e decine di pozzi. L’obiettivo, documentato, è quello di trivellare tutta la costa italiana. A fronte del derivante e provato inquinamento pesante da rifiuti e reflui petroliferi e da trivellazione; dei rischi di scoppi, eruzioni e disastri come quelli già tristemente verificatisi in Italia e nel mondo; senza alcuna attenzione al grave fenomeno di subsidenza che ad esempio interessa le coste crotonesi (che si stanno abbassando rispetto al resto della Calabria); in spregio all’assenza, nella normativa italiana, dei limiti ambientali rigidissimi vigenti in tutto il mondo e, infine, con la beffa della più bassa percentuale di royalties previste in Italia (solo lo 0.60% ai comuni!). E’ stato unanime e forte l’allarme ed il NO alla distruzione dello Ionio ed allo scippo consentito alle lobby internazionali del petrolio lanciato dal Consiglio comunale congiunto di ieri (venerdì 26) ad Amendolara, simbolicamente denominato “Un falò per lo Ionio”, promosso in occasione della tradizione dei falò di San Vincenzo, giunta ieri alla sua 555esima edizione ed in programma anche questa sera, sabato 27, lungo le vie del Paese della Secca fino al cuore del centro storico animato dai rituali dei “puntilli” fino a notte fonda.
Chiamati a raccolta nella sala dal consiglio comunale cittadino dal Sindaco Salvatore Antonio Ciminelli sono intervenuti, tra gli altri, la presidente del Comitato Notriv Gioanna Bellizzi e Felice Santarcangelo, il presidente del Cotaj Natale Falsetta, il consigliere provinciale Mario Melfi ed i sindaci e gli amministratori di Policoro, Trebisacce, Alessandria del Carretto, Roseto e Cassano. Durissima la presa di posizione del Sindaco padrone di casa, Ciminelli, che ha chiesto pubblicamente di trasmettere, anche alla Procura della Repubblica, tutte le denunce che saranno presentate alla Commissione Europea ed i cui contenuti sono stati esposti in sala, servendosi di diverse slides, dai due rappresentanti del Comitato NO TRIV. Chiederemo inoltre – ha aggiunto Ciminelli – di essere ascoltati nella commissione ambiente del Parlamento Europeo a Bruxelles, portando in quella sede autorevole lo sdegno di tutto l’alto ionio, della Calabria e della Basilicata in primis ma di tutto il Sud contro questo disegno criminale, purtroppo in corso, perpetuato sulla testa delle comunità e destinato a sottrarre a questa area del Mediterraneo ogni altra occasione di crescita e sviluppo sostenibile. Il petrolio è a termine – hanno ribadito Bellizzi e Santarcangelo – e non è rinnovabile. Dopo resta solo l’inquinamento e l’impoverimento. Basta vedere – hanno chiosato – cosa resta oggi in Basilicata: la regione più povera d’Italia (ISTAT 2011) a causa dell’effetto petrolio. 3 della Northern Petroleum LTD, 2 della Shell, 2 della Appennine Energy, 1 di ENI, 1 di ENEL Longanesi, 1 di Petrolceltic Italia e 1 di Transunion Petroleum Italia. Sono, queste, le 7 compagnie petrolifere titolari delle 11 istanze di permesso nel solo Golfo di Taranto. – Quelle tra Crotone e Catanzaro sono 3 della Northern Petroleum LTD e 4 concessioni attive della Ionica Gas.