Addio a Giuseppe Chiaravalloti, magistrato ed ex presidente della Regione Calabria. Nato a Satriano, in provincia di Catanzaro, nel febbraio del 1934, Chiaravalloti aveva 90 anni. È stato eletto alla guida di una giunta di centrodestra a trazione Forza Italia nelle elezioni regionali del 2000, governando la Calabria fino al 2005 nella VII legislatura. Dal 2005 al 2012 ha ricoperto il ruolo di commissario e vicepresidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.
La camera ardente sarà aperta presso la casa funeraria Elysium. I funerali si svolgeranno domani alle ore 15 nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro.
La Calabria dice addio a un uomo che ha segnato la sua storia politica e istituzionale. Magistrato di lungo corso, Chiaravalloti si era laureato in Giurisprudenza all’Università di Genova, dove conobbe l’attore Paolo Villaggio. La sua carriera in magistratura è iniziata subito dopo la laurea, portandolo a ricoprire incarichi di prestigio: prima procuratore di Catanzaro, poi, dal 1991, procuratore generale della Corte d’appello di Catanzaro e infine, fino al 2000, procuratore generale della Corte d’appello di Reggio Calabria.
Nel 2000 la svolta politica: su proposta di Silvio Berlusconi e con l’appoggio di Forza Italia, Chiaravalloti si candidò alla presidenza della Regione Calabria, vincendo contro il giornalista Nuccio Fava per pochi voti. Durante il suo mandato si distinse per un rapporto altalenante con la sua coalizione e con la politica tradizionale, spesso caratterizzato da un linguaggio più ironico e colto rispetto ai canoni politici. Celebri i suoi rimpasti ferragostani, come quello che portò alla formazione della cosiddetta “Giunta dei professori”, caratterizzata anche da qualche inciampo, come il caso di un assessore privo di laurea nonostante quanto dichiarato nel curriculum.
Chiaravalloti affrontò anche vicende giudiziarie: fu indagato tre volte, due delle quali dall’allora pm Luigi De Magistris nelle inchieste Poseidone e Why Not. Tuttavia, venne sempre assolto, in due casi perché “il fatto non sussiste”. Al termine del mandato, nel 2005, non fu ricandidato e lasciò la politica attiva. Tuttavia, proseguì l’impegno istituzionale come commissario e vicepresidente dell’Autorità Garante per la privacy fino al 2012.
Negli anni successivi si è progressivamente ritirato dalla scena pubblica, trovando soddisfazione nel vedere la figlia Caterina seguire le sue orme in magistratura, fino a diventare presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria.
Con la sua scomparsa, la Calabria perde un protagonista della sua storia recente. I funerali si terranno domani pomeriggio alle ore 15 nella Basilica dell’Immacolata di Catanzaro.