Nelle prime ore della mattinata del 10 dicembre, i Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro (KR) hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli Arresti Domiciliari e un sequestro preventivo per equivalente di beni, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Crotone su richiesta della locale Procura nei confronti dell’ex Direttrice dell’Ufficio Postale di Caccuri (KR), indagata per “peculato” (violazione prevista e punita dall’art. 314 del Codice Penale), “simulazione di reato” (violazione prevista e punita dall’art. 367 del Codice Penale).
L’attività di indagine, scaturita nella tarda mattinata del 13 novembre 2023, in seguito ad una segnalazione per rapina in danno dell’Ufficio Postale di Caccuri (KR) e consistita in attività tecniche di intercettazione (telefoniche ed ambientali), analisi dei tabulati telefonici, analisi dei video estrapolati dai sistemi di videosorveglianza ed escussione dei testimoni, ha permesso una chiara e dettagliata ricostruzione dell’evento delittuoso facendo emergere gravi indizi di colpevolezza nei confronti della Direttrice stessa, la quale aveva affermato – falsamente – di essere stata vittima di rapina ad opera di 4 soggetti travisati ed armati di fucile.
Nello specifico la donna riferiva di aver ricevuto una chiamata telefonica sull’utenza fissa in uso all’Ufficio Postale e di aver sentito un uomo, con accento del posto, che dopo aver minacciato lei e la sua famiglia (descrivendo anche i luoghi di lavoro dei figli) le ordinava di recuperare tutti i soldi presenti all’interno della cassaforte, di inserirli in una busta e di portarli all’esterno dell’edificio per poi farvi rientro nell’immediatezza.
La Direttrice riferiva ai militari intervenuti in loco, di aver eseguito gli “ordini” dei rapinatori in quanto presa dal panico e, solo dopo l’evento delittuoso, avrebbe avuto la forza di chiamare i Carabinieri.
Nell’immediatezza dell’evento, i militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Crotone, iniziavano i primi accertamenti, ascoltando la versione della Direttrice ed acquisendo i sistemi di videosorveglianza sia dell’Ufficio Postale che delle abitazioni vicine. Da subito la versione fornita dalla donna appariva ambigua e poco credibile e, grazie all’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti della Direttrice, che hanno “smontato” in tutto e per tutto la versione fornita dalla stessa.
A tradire la Direttrice è stata la sua dichiarazione riguardante la chiamata ricevuta sul telefono fisso in uso all’Ufficio postale da parte di uno dei 4 rapinatori. Dall’analisi dei tabulati è infatti emerso che nella fascia oraria indicata dalla donna, l’unica chiamata in entrata sull’utenza dell’ufficio è stata quella di un’anziana signora che chiedeva informazioni in merito al pagamento di una bolletta, situazione confermata ai militari dalla signora stessa.
Ed ancora, i militari hanno poi eseguito ulteriori sopralluoghi nell’edificio dell’Ufficio postale, simulando la vista che avrebbe avuto la donna nelle fasi della rapina, accertando che la stessa non avrebbe in alcun modo potuto vedere gli uomini all’esterno dell’Ufficio, come dalla stessa dichiarato in sede di denuncia, né tantomeno notare i fucili imbracciati dai rapinatori.
Fondamentale è stata anche l’analisi dei sistemi di videosorveglianza dell’Ufficio Postale, che hanno permesso di individuare l’ingresso di una donna nell’edificio proprio negli stessi minuti in cui si sarebbe consumato l’evento delittuoso; la donna, sentita dai carabinieri, ha dichiarato di non aver visto alcun soggetto travisato all’esterno dell’Ufficio né tantomeno di aver notato atteggiamenti strani da parte della Direttrice, la quale – proprio negli istanti in cui stava parlando con la signora – avrebbe dovuto ricevere la chiamata da parte del rapinatore.
La donna, ora ristretta agli arresti domiciliari, è a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e deve evidenziarsi che il procedimento è in fase di indagini e che la ricostruzione sin qui effettuata è limitata al profilo cautelare.