Si è concluso con il trionfo del “no” il referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, svolto domenica 1° dicembre 2024. La proposta di creare una “Città Unica” ha registrato una netta opposizione, con il 58,23% dei voti contrari, contro il 41,77% dei favorevoli.
Il referendum, che aveva carattere consultivo e non era soggetto a quorum, ha visto una bassa affluenza alle urne: solo il 26,02% degli aventi diritto ha partecipato alla consultazione, che non ha raggiunto i livelli di partecipazione previsti in altre occasioni.
Nel dettaglio, il numero complessivo di elettori che hanno espresso il loro diniego alla fusione è stato di 14.539, mentre i favorevoli sono stati 10.241. In particolare, a dire “no” alla fusione sono stati principalmente i cittadini di Rende e Castrolibero, mentre a Cosenza si è registrata una percentuale più alta di consensi.
Soddisfazione tra i sostenitori del “no”, tra cui l’ex sindaco di Rende, Sandro Principe, l’ex consigliere regionale Mimmo Talarico e l’attuale sindaco di Castrolibero, Orlandino Greco, che hanno sempre manifestato la loro contrarietà alla fusione. Principe ha dichiarato che “il popolo ha temuto di subire un sopruso, un vero e proprio atto di prepotenza, con la paura di compiere un salto nel buio”.
Dal fronte dei favorevoli, tuttavia, si sottolinea che l’astensione, soprattutto a Cosenza, ha pesato sulla sconfitta. Pierluigi Caputo, vicepresidente del Consiglio regionale e sostenitore della fusione, ha attribuito parte della sconfitta a una “comunicazione sbagliata” e a “terrorismo psicologico” nei confronti dei cittadini. “La discussione – ha detto Caputo – continuerà. L’obiettivo resta importante, e cercheremo di capire come proseguire nel nostro impegno”.
Il quesito referendario ha posto due domande agli elettori. La prima riguardava l’approvazione della proposta di legge per la fusione dei tre comuni, mentre la seconda chiedeva di scegliere una tra le possibili denominazioni del nuovo comune: “Cosenza”, “Cosenza Rende Castrolibero”, o “Nuova Cosenza”. Nonostante il risultato sfavorevole alla fusione, il dibattito sulla riorganizzazione territoriale della zona è destinato a proseguire nei prossimi mesi, con un coinvolgimento continuo delle istituzioni regionali e locali.
La fusione tra i comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, che avrebbe dovuto dar vita a una “Città Unica”, rappresenta da anni un tema di discussione per la politica regionale, con forti opinioni contrastanti tra i vari attori del territorio. La consultazione referendaria è stata l’ultimo capitolo di un dibattito che, pur non avendo avuto l’esito sperato dai suoi fautori, continua ad essere un argomento centrale per il futuro della provincia di Cosenza.