Cirò- Anche nel cirotano ci sono i segni della desertificazione che avanza. I due fiumi che sfociano sulla costa cirotana : il Lipuda a sud ed lo Stomio a nord ormai da qualche anno non sfociano più direttamente in mare dove la loro foce si è ritirata di oltre 50 metri per lo Stomio e per circa 10/20 metri per il Lipuda. Per non parlare poi delle fontane le cui sorgenti naturali hanno smesso di sgorgare, come l’antica fontana di Leguno che era il vero termometro della siccità, ormai sono tre anni che è completamente asciutta. Gli anziani la consideravano la fontana propiziatoria se in primavera ritornava a sgorgare c’era ancora speranza per la natura, addirittura il muro di contenimento sempre ricoperto di umido muschio, specie a dicembre quando veniva raccolto per abbellire il presepe, si è inaridito ed il muschio ha smesso di crescere. E’ una tristezza infinita vedere oggi questa fontana ed il muro di contenimento completamente arido. Ma si sono prosciugati anche altre fontane come quella del cozzo Leone. Non è diversa la situazione nell’entroterra dove antiche sorgive che hanno dissetato per secoli i contadini e le popolazioni autoctone, hanno smesso di sgorgare come l’antica fontana della Fossa della Fonte. Anche i vari ruscelli ai piedi delle colline di Campana, Favaro, Coppa Mordace, Brigante, sono ormai ridotte ad un sentiero arido e cocente. Resiste ancora un’altra importante fontana per la popolazione di contadini che l’ha conosciuta per la sua acqua freschissima anche in piena estate: è la fontana della Botte chiamata “A Vutta”, mentre in paese resiste ancona bene la fontana di Falcone nel centro storico, “Cepia” dei Canali e la Fontana dei Canali quest’ultima è la più abbondante da sempre, la cui acqua potrebbe essere convogliata evitando così che si possa disperdere, magari per usi non potabili. Resiste ancora anche il ruscello di Santa Venere almeno in alcuni tratti dove la sorgente è molto attiva. Oggi dopo 2/3 anni di assenza di pioggia, i piccoli laghi artificiali fatti per il fabbisogno degli allevamenti di bestiame e per l’erogazione della viticoltura sono a secco, il paesaggio verde e lussureggiante è diventato un miraggio, le campagne sono arse, e le ultime temperature che in questi giorni stanno superando anche i 40 gradi, le sta dando il colpo finale. Se non ritornano le piogge la campagna e l’agricoltura così come gli allevamenti allo stato brado periranno. E nonostante la grave situazione di siccità c’è ancora chi continua ad appiccare incendi inconsapevole della gravità dell’attuale situazione, i piromani si comportano come se la situazione a loro non interessa. Occorre maggiore sensibilità e maggiore tutela dell’ambiente per preservare il nostro habitat, ed in particolare il cirotano una terra ricca di biodiversità senza la quale è a rischio la sopravvivenza.