Per Onorare la Nascita del Santo Avvenuta a Ciro’ il 13 Maggio del 900.
In occasione della ricorrenza della nascita del Patrono di Cirò, San Nicodemo Abate monaco basiliano, nato il 13 maggio del 900 nell’antica Ypscron, sulla cui altura, oggi sorge la sua casa/chiesa omonima, i cittadini in segno di riconoscenza verso questo Santo miracoloso e per onorare la sua nascita, hanno esposto ai loro balconi un fiocco rosso. Non solo a Cirò ma anche nei paesi limitrofi i balconi sono stati addobbati con i fiocchi rossi, e addirittura da tutta Italia e anche all’estero dove i fedeli seguono attraverso i loro parenti gli eventi legati al Santo.
Quella dei fiocchi rossi è una iniziativa lanciata nel maggio 2015 , in occasione del gemellaggio con Mammola dove San Nicodemo morì nel 990, rappresenta un gesto semplice di adesione collettiva per attestare l’orgogliosa appartenenza e il vanto di essere compaesani di un Santo.
Cosa niente affatto scontata per il piccolo Comune crotoneseche, dopo secoli di oblio, negli ultimi anni sta cercando di ricucire il suo rapporto “burrascoso” con San Nicodemo”. Fino al 2015, incredibilmente, nel paese che gli dette i natali veniva ignorata anche la data di nascita, il 13 maggio, e, quindi, quando festeggiarlo; una sorta di ritorsione per la mancata restituzione delle spoglie del Santo – al termine dell’accesa diatriba alla fine del ‘500 con il centro reggino di Mammola, dove l’abate e morì nel 990 – ma anche per il controverso rapporto che caratterizzò il giovane Nicodemo Dima con i suoi compaesani; incomprensioni che finirono per condizionarne per sempre “le relazioni”. Il vuoto di memoria è stato recuperato nel 2015.
L’invito ad appendere le coccarde non solo venne accolto in maniera straordinaria nel paese ma travalicò i confini della regione e persino dell’Italia: tanti cirotani sparsi nel mondo vollero aderire . I fiocchi rossi comparvero in città del centro e nord Italia, dalla Germania all’Argentina. Sentimenti ed emozioni vennero resi ancora più intesi e forti, con la concretizzazione da parte del Comune di un’altra proposta: accendere un fascio di luce sulla Punta Vecchia: l’altura sulla quale, si trova la casa natale del Santo.
San Nicodemo è un personaggio carismatico, dal carattere forte, ostinato, dalla condotta integerrima e, quindi, talvolta scomodo, S. Nicodemo abate, fu capace, anticipando i concetti moderni della democrazia, l’accoglienza, la solidarietà e i diritti dei popoli di erigersi a difensore dei deboli contro ogni forma di prevaricazione e violenza.
Quindicenne Nicodemo Dima, lasciò il paese natale per seguire la vocazione monastica che lo portò a costituire il suo ultimo cenobio sul monte Cellerano, a Mammola, dove, questa figura, da sempre, è amatissima. La sua fama di esorcista, i miracoli a favore degli infermi, la difesa e le intercessioni a favore dei deboli contro i potenti, fecero sì che il monte divenisse meta di pellegrini.
Dopo la sua morte, il 25 marzo 990, il corpo venne venerato sul monte fino al 1588 quando vennero traslate a Mammola; allora iniziò la contesa con Cirò per il possesso delle reliquie che venne risolta con donazione ai cirotani di un osso mascellare, ancora custodito nella casa natale in cui si trova anche il masso in cui, si racconta, il Santo bambino impresse le impronte delle dita delle mani. E’ straordinario vedere tanti fiocchi rossi sparsi per le vie del paese per ricordare la sua appartenenza al paese che gli dette i natali.
Da un REGESTO DI PAPA URBANO VIII su san Nicodemo Abate di Cirò del 2 Marzo del 1630, RISULTA CHE ERA GIÀ SANTO PATRONO E CITTADINO DI CIRÒ,
DOCUMENTO INEQUIVOCABILE che va ad offuscare l’oblio di alcuni autori di parte che attinsero da una copia del monaco Daniele, un personaggio arcinoto agli studiosi per la sua INATTENDIBILITA’ DI COPISTA invece di avvalorare la tesi del monaco Agresta che invece aveva letto il documento originale scritto dal Monaco Nilo.