Lo afferma Cataldo Calabretta, amministratore unico della Sorical nella Giornata Mondiale dell’Acqua.«In un anno, grazie all’impegno diretto del presidente della Regione Roberto Occhiuto – sottolinea Calabretta – abbiamo recuperato tutto il tempo perso in dibattiti sterili e infiniti che non hanno prodotto nulla di buono per la Calabria. I cambiamenti climatici stanno stravolgendo l’agenda della politica. È notizia di poche ore fa la Cabina di Regia a Palazzo Chigi promossa dal ministro Matteo Salvini sulla crisi idrica e la nomina di un Commissario per sbloccare interventi e mediare in caso di conflitti tra Regioni ed enti locali in materia idrica. In Calabria occorre completare il processo di riforma con il pieno funzionamento di Arrical e attuare celermente il subentro della Sorical nelle gestioni comunali che, ricordo, sono decadute per legge dal 2014. La Calabria ora è in linea con le altre regioni italiane ed è nelle condizioni di accedere ai finanziamenti nazionali ed europei per realizzare il più importante investimento nel settore idrico dopo l’esperienza della Cassa per il Mezzogiorno. L’interlocuzione con i sindaci è aperta. Nella nuova Sorical i Comuni avranno un ruolo strategico e saranno i protagonisti della nuova fase».
«I cambiamenti climatici – evidenzia ancora Calabretta – impattano negativamente anche sulle risorse idriche della Calabria, regione considerata storicamente ricca di acqua con oltre 20 grandi dighe. L’autunno 2022 ha fatto registrare temperature sopra la media fino a novembre, solo negli ultimi due mesi si sono registrate precipitazioni, anche nevose di breve entità, che non hanno consentito la ricarica delle falde degli invasi silani, del versante jonico e dell’Aspromonte. Riguardo alle risorse idropotabili – afferma l’amministratore unico della Sorical – ci preoccupano gli invasi Ampollino e Passante in particolare, perché le loro acque vengono utilizzate da Sorical, previa potabilizzazione, per servire l’area urbana di Crotone e Catanzaro e, soprattutto lo stato dell’invaso del Menta, che è lontano dalla completa capacità di accumulo. Quasi tutte le nostre sorgenti del versante jonico presentano da anni cali di produzione idropotabile».
«È vero che la Calabria spreca molta della sua acqua potabile – sostiene Calabretta – e che la dispersione supera il 50% con punte di oltre il 60%, ma molta di questa acqua potabile viene utilizzata per innaffiare orti e giardini. Uno spreco che registriamo a partire da maggio e fino a settembre, in concomitanza con la stagione degli orti. Ci sono alcuni nostri schemi idrici come il Trionto e Lese che entrano in crisi a giugno, riducendo molto l’acqua disponibile. Occorre investire molto sull’efficienza delle reti idriche e su adeguati sistemi di telecontrollo per evitare di lasciare migliaia di cittadini senza acqua. La Calabria finalmente ha un gestore del servizio idrico integrato che, nonostante le resistenze di alcuni sindaci che, in violazione alle leggi statali ed europee, vorrebbero continuare a gestire le poche risorse disponibili. Nei calabresi c’è la consapevolezza che occorre una svolta nella gestione delle risorse idriche».