“Basta con la cultura del sospetto”. A conclusione del consiglio comunale straordinario convocato nella giornata di giovedì dal presidente del Consiglio, Giancarlo Fuscaldo, per porre definitivamente fine alla ridda di considerazioni, strumentalizzazioni, imprecisazioni dette in questi giorni sulla vicenda pineta, la frase su detta è stata pronunciata dallo stesso Sindaco, Roberto Siciliani, che, come aveva già dichiarato nell’incontro avuto nella giornata precedente con noi, si era detto anche disponibile ed aveva proposto, di istituire un tavolo tecnico di lavoro sulla vicenda pineta, allargato a tutti i rappresentanti dei partiti presenti in consiglio e non solo, ma anche alle associazioni di categoria, associazioni ambientaliste, giovani, seriamente interessati a proporre soluzioni alternative, sempre con l’occhio attento alla valorizzazione dell’importantissimo “polmone verde” della città, ma anche per andare al di là dello stesso e trovare, per le tante altre problematiche serie e di vitale importanza del territorio, soluzioni quantomeno il più condivise possibili, questo però, senza dimenticare gli obblighi istituzionali dell’Ente che è tenuto a redigere, come ha fatto, in merito alla proposta di piano riequilibrato, propedeutico alla’approvazione del bilancio 2013. L’iter ed i criteri, se pur con dei limiti dettati dalla tempistica, sono stati ampiamente e cronologicamente spiegati in aula, dal presidente del Consiglio, e dai successivi interventi dell’assessore Sergio Ferrari, Antonio Anania, Franco Ferrara per la maggioranza, prontamente “criticati e respinti” in contrapposizione dai rappresentanti dell’opposizione, che hanno ribadito le ragioni del no alla cessione della pineta, Nicodemo Parrilla, Giuseppe Russo, Salvatore Malena, Domenico Spataro e, passato sui banchi dell’opposizione di recente, Leonardo Gentile. Ma hanno contribuito alla decisione finale anche gli interventi del già senatore Nicodemo Filippelli, dall’esponente del Pdl, Barbara Brunetti, dagli ex sindaci, Giuseppe Leto e Domenico Facente, quest’ultimo segretario del Pd, oltre a cittadini e rappresentanti di associazioni.
Dopo circa quattr’ore di interventi, osservazioni, critiche (in alcuni momenti anche aspre), la decisione, condivisa da tutte le forze politiche presenti, di costituire, su proposta dello stesso Sindaco, un tavolo da dove fare emergere nuove proposte che potrebbero portare alla redazione di un nuovo piano per l’alienazione dei beni Comunali. Un nuovo piano, come è emerso dall’acceso dibattito, che questa volta faccia definitiva chiarezza sui beni dell’Ente, anche quelli che allo stato sono in mano a privati e che all’Ente non portano utilità, pur essendo demaniali, come terreni, abitazioni, i bungalows dell’area portuale, assegnati da circa dieci anni e per i quali sembra che nessuno versi alcun onere, il palazzetto dello sport, i campi di calcio, ed altre non precisate proprietà dell’Ente, compresa l’area della Syndial. Subito quindi, come con una lettera del Sindaco nella giornata di ieri, venerdì, ha chiesto al presidente del Consiglio, Giancarlo Fuscaldo, di predisporre la costituzione di una commissione, allargata oltre che ai consiglieri di maggioranza e minoranza anche alla commissione ambiente, precedentemente costituita e poi allargata alle associazioni ambientaliste del territorio e a tutti coloro che a ragione rivendicano un ruolo propositivo alla ricerca di soluzione condivise. Insomma, tanto rumore per nulla: la pineta non è in vendita, ma è necessario un piano di valorizzazione della stessa e di tutto il patrimonio dell’Ente, che aiuti a risanare il dissesto e il territorio più complessivamente, rilanciando l’economia e l’occupazione.
Grande prova di democrazia. Anche se in colpevole ritardo, a Cirò Marina il consiglio aperto è stato un esempio di come la politica partecipativa debba essere al centro dell’azione amministrativa di un governo locale. NON POSSIAMO CHIAMARE A RACCOLTA I CITTADINI UNA VOLTA OGNI 5 ANNI ALLE ELEZIONI! Partecipare alle scelte è loro diritto e dovere! Bene quindi la decisione, condivisa da tutte le forze politiche, di costituire un tavolo da dove fare emergere nuove proposte che potrebbero portare alla redazione di un nuovo piano per l’alienazione dei beni Comunali.