Ieri sera, nella sala consiliare del Municipio di Crotone, davanti ad un uditorio numeroso e qualificato assieme a tante giornaliste della carta stampata e delle tv, la scrittrice e giornalista Rai Annarosa Macrì con la professionalità che la contraddistingue ha parlato della comunicazione e del giornalismo al femminile nell’ambito delle iniziative per le celebrazioni dell’8 marzo. All’incontro erano presenti, in veste di ospitanti, il vice sindaco ed assessore alle Pari Opportunità Anna Curatola e l’assessore alla Cultura Antonella Giungata assieme alle consigliere comunali Teresa Cortese e Michela Cortese. Presenti anche rappresentanti del comitato pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Crotone. Cos’è il giornalismo? Un misto tra cinismo e pietas. Ed il giornalista? Deve essere orfano, non deve avere padri, padrini, padroni. Sono alcune risposte date dalla Macrì che per lungo tempo ha collaborato anche con Enzo Biagi.
Particolarmente apprezzati rispetto alla tema dell’incontro, 2 gli interventi dei rappresentanti della locale associazione di Libere Donne. Per Annarosa Macrì “in ogni articolo del giornale c’è un pezzo della nostra vita. Faccio questa professione da tanti anni. Ho scritto migliaia di pezzi. Eppure ogni giorno provo l’emozione di vedere la mia firma in calce ad un articolo. La passione non mi ha mai abbandonata. Ed ancora. Il giornalismo al femminile altro non è che un mestiere per “vedove” o per “orfani”. “Purtroppo chi fa il giornalista non lo può fare con l’orologio alla mano. Ed ancora di più le donne che spesso debbono sacrificare la propria vita privata al servizio della notizia” ha aggiunto la giornalista. E per finire, un consiglio alle giornaliste o aspiranti tali. “Non seguire la moda e non mutuare modelli maschili. Essere se stesse sempre. È la ricetta vincente” .
Ho avuto la fortuna di leggere,in una raccolta antologica, un racconto della signora Macrì, che parla di donne e violenze ai loro danni. Ne rimasi colpito, al punto che ho provato a contattare la signora Macrì nella speranza di poter divulgare quel racconto, ma inutilmente. Sarebbe stata, credo, ottima cosa, magari in coincidenza di un otto marzo con meno mimose e più fatti concreti.