Oggi 8 Marzo “Giorno della donna”, un Istituto scolastico di Crotone, nato e cresciuto preminentemente al femminile, ha celebrato le sue donne, allieve ed insegnanti, e soprattutto i suoi primi 50 anni di attività. Stiamo parlando dell’Istituto d’Istruzione Superiore “GianVincenzo Gravina” il vecchio e glorioso Istituto Magistrale come si chiamava allora e per tanti anni dopo. Era l’anno scolastico 1962/63 e sorgeva nel capoluogo pitagorico questo Istituto, dopo il Liceo Classico “Pitagora” e il Regio Istituto Tecnico Industriale “G. Donegani” meglio conosciuto come il “Chimico” la scuola che avviava al lavoro nelle locali Pertusola e Montecatini. Erano solo queste le scuole di Crotone. Il Magistrale attirava soprattutto ragazze che negli anni sarebbero diventate “maestre elementari”. Pochissimi anni dopo quel 1962/63, il Magistrale crotonese veniva intitolato a GianVincenzo Gravina, calabrese di Roggiano giurista, storico del diritto critico e autore di tragedie. Assieme a Giovanni Mario Crescimbeni, fu uno dei fondatori dell’Arcadia, l’Accademia sorta a Roma nel 1690, con il fine di combattere l’artificiosità del Barocco, in occasione di un incontro nel convento annesso alla chiesa di San Pietro in Montorio di quattordici letterati appartenenti al circolo letterario della regina Cristina di Svezia.. Lo stesso Gravina fu negli anni un fervente e appassionato arcade con lo pseudonimo di Opico Erimanteo. Contro il probabilismo della dottrina e della morale gesuitica compose, con lo pseudonimo di Prisco Censorino il dialogo: “Hydra mistica sive de corrupta morali doctrina”. Nel 1692 diede alle stampe il “Discorso sull’Endimione” in cui espose le sue idee sulla poesia, concepita come una sintesi di fantasia e ragione. Di grande valore pedagogico sono le: “Nove orazioni”, tenute all’Ateneo di Roma, con le quali Gravina esprime le sue idee sulle riforme in campo pedagogico. Nel 1699 ottenne la cattedra di diritto civile e dal 1703 quella di diritto canonico. Nel 1711, in seguito a contrasti, si staccò dall’Arcadia e fondò l’Accademia dei Quiriti. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Roma dedicandosi all’attività letteraria. Morì a Roma nel 1718, lasciando erede dei suoi beni Pietro Metastasio, da lui adottato nel 1710. L’Accademia del Gravina ricordava la tradizione dei pastori-poeti della mitica regione dell’Arcadia, e anche la sede, di conseguenza, fu chiamata “Bosco Parrasio”, una villa sulla salita di via Garibaldi sulle pendici del Gianicolo. Pastori furono detti i membri e Gesù bambino fu scelto come protettore.
Orbene, l’Istituto “G.V. Gravina”, guidato, con zelo ed abnegazione e fatto crescere in vari indirizzi di studi, dall’infaticabile Dirigente scolastico prof. Alberto D’Ettoris, oggi ha voluto celebrare il suo 50° di fondazione, con una manifestazione tutta culturale e tutta al femminile, con la 1^ Edizione del Concorso Letterario “Cantami o Diva”, destinato alle alunne dello stesso Istituto e autrici di prose e poesie a tema: “G.V. Gravina e il valore della scuola”. La cerimonia di consegna dei riconoscimenti alle allieve che si sono distinte nel Concorso ha avuto luogo questa mattina nell’Aula Magna di un plesso della stessa scuola ubicato su Via Giovanni Paolo II del capoluogo. Erano presenti insegnanti ed alunni e soprattutto tanti vecchi allievi di quel lontano 1962/63, oggi tutti professionisti emeriti. Per la sezione “poesia” si sono distinte: Martina Sorrentino con la lirica “Sostiene il Gravina”, Andrea De Caria con “Per diventare un uomo”, Valentina Bevilacqua con “Nessuno”, Cristina Elena Torchia con “La schedina”, Martina De Cola “Gravina:chi era costui” e “Cinque anni di nuvole e raggi” di Senaj Gentjana; per la “prosa” premiati: M. Chiara Riganello con “Gravina: da 50 anni offre risorse per l’uomo”, Emanuela Corda e Valentina Donato per “Io e il Gravina. Sentimenti e stati d’animo relativi all’esperienza scolastica”. I riconoscimenti sono stati consegnati dalle inss. Palmina Barletta, Teresa Turrà e Rita Pitingolo, dai proff. Amelia Graziani, Teresa Caruso ed Alvise Sestito, tutti allievi di quel lontano 1962/63; inoltre hanno consegnato i premi il Dirigente scolastico emerito e già Preside del “Gravina” Antonio Chiarello e la Dirigente scolastica emerita Diana Marullo. I vari momenti del piacevole incontro sono stati intramezzati da brani musicali eseguiti dalle stesse allieve e da ricordi espressi dagli allievi di allora. L’ins. Barletta ha ricordato, con forte emozione, quegli anni trascorsi con gaiezza ed ha voluto donare una sua poesia dal titolo “Donna…da sempre”. È seguito il giornalista prof. Mimmo Stirparo che ha ricordato con alcuni aneddoti simpatici il felice rapporto umano che intercorreva tra alunni e professori, ha parlato dell’indimenticato ed ineguagliabile per amabilità e attaccamento alla scuola il Preside Salvatore Regalino e il prof. Peppino Del Gaudio, colui che volle l’intitolazione al Gravina, un dantista precursore di Benigni ed egli stesso un Arcade per eccellenza, vissuto sempre alla maniera bucolica nella sua casa di Melissa fatta edificare sul modello di Palazzo Pitti e di poi ha inteso ricordare l’amato prof. di Matematica Carmine Mazzei scomparso di recente; è seguito poi l’intervento della prof. Teresa Caruso che ha evidenziato la simpatia che intercorreva tra quegli alunni e quei professori. La conclusione dei lavori è stata affidata al Dirigente D’Ettoris che ha ringraziato i numerosi interventi dando appuntamento alla grande festa della celebrazione del 50° del Gravina che si terrà nel prossimo mese di maggio durante i festeggiamenti per la Madonna di Capo Colonna.