Sulla vicenda che vede coinvolti sedici lavoratori dipendenti dalla società “Fratelli Romano S.p.A.”, interessati da una procedura di licenziamento collettivo, quale Associazione sindacale abituata ad affrontare a viso scoperto i problemi e ad abiurare qualsiasi forma di strumentalizzazione, così come di atteggiamento servile, la Faisa-Cisal manifesta forte sdegno per l’epilogo al quale è stata condotta la procedura incardinata nella Legge 223/91. Nel rispetto della volontà dei lavoratori interessati, la Faisa-Cisal ha assunto una posizione mirata ad agevolare un sereno confronto tra i lavoratori e la parte datoriale con lo scopo di giungere ad una soluzione condivisa sul tema del licenziamento collettivo. Tal decisione è stata assunta non già per sottrarsi al dovere (e al diritto) di rappresentanza, ma per rifuggire – questo sì – dall’esercizio di qualsiasi forma di gestione del potere negoziale, che deriva dall’essere un’organizzazione sindacale firmataria del contratto collettivo nazionale di lavoro, che potesse anche solo apparire «autoritaria». Da notizie di stampa, prendiamo atto della chiusura della procedura e della contrarietà manifestata in ordine a tanto dai lavoratori interessati, chiaramente privati della possibilità di dialogare con l’Impresa come sarebbe potuto accadere se la trattazione della materia fosse stata spostata in sede regionale così come consentito dalla norma. Alcune vicende generano tanti interrogativi e forniscono moltissime conferme che lasciano l’amaro in bocca, così come il fatto di aver noi dovuto sollecitare la Fratelli Romano a corrispondere le retribuzioni ai lavoratori in questione.