Una nota della Soprintendenza ABAP di Reggio e Vibo (prot. 2361 del 7 marzo u.s.) mi accorda l’accesso agli atti che avevo richiesto il 3 gennaio in merito al progetto denominato “Recupero Castello dell’Amendolea. Torre Ferraina”, benché i documenti conservati presso l’ufficio di tutela territoriale del Ministero della Cultura (MiC) siano pochissimi e relativi, quasi tutti, all’intervento svolto in quel suggestivo abitato abbandonato dell’agro di Condofuri (RC) nel primo decennio degli anni 2000, che non coinvolse la Torre. Poiché l’oggettivo e imminente pericolo di crollo del monumento non ha impedito al Comune di Condofuri di tergiversare, compiendo non più di un passo all’anno dell’iter burocratico previsto per mettere a frutto il finanziamento accordatogli dal Parco Nazionale dell’Aspromonte nell’autunno 2014, avevo chiesto alla Soprintendenza di sostituirsi agli Enti locali ‘distratti’ e assumere su di sé l’onere della conservazione che spetta alla Proprietà, invece di limitarsi a valutare la progettazione (definitiva) sottoposta solo di recente al suo parere. Esclusa quest’ultima ipotesi, al momento non praticabile dal MiC, con il senso di responsabilità finora mancato ai predecessori il dirigente, dott. Fabrizio Sudano, dopo avere richiamato l’intimazione del 2015 a Comune e Parco perché provvedessero alla messa in sicurezza della Torre, caduta nel vuoto, e la nota inviata loro per acquisire informazioni il 4 marzo 2022, assicura che “nel caso di inottemperanza alla spesa del finanziamento di cui ai lavori in oggetto, si farà il possibile per intervenire direttamente…”. Nell’atto a firma Sudano si trova poi conferma che il Comune ha convocato una conferenza di servizi il 5 ottobre 2021, sospesa dalla Soprintendenza il 12 novembre per carenza documentale, con richiesta di elaborati integrativi contenenti approfondimenti tecnici e soluzioni progettuali alternative a quelle proposte che siano “compatibili con le esigenze di tutela del bene”. Si apre ora un’altra partita, infatti, sulla natura e la qualità dell’intervento da compiere. Nel frattempo, il 3 e il 10 marzo u.s., un mio delegato ha proceduto all’accesso agli atti presso il Comune di Condofuri, in modo da tentare di rinvenire tutta la documentazione sul caso, compresa quella attestante le interlocuzioni con il Parco Nazionale dell’Aspromonte, dal quale filtrava nei mesi scorsi la notizia che il finanziamento era stato tolto dal bilancio e solo la progettazione sarebbe stata liquidata. Altrettanto repentinamente, detta ‘sparizione’, paragonabile solo a quella dell’allestimento Museo Archeologico della Vallata dell’Amendolea, mai attuato nonostante l’inaugurazione, è stata negata e, come auspicato dalla popolazione, nonché dal locale Gruppo Archeologico, la somma (euro 180.759,91) è tornata a disposizione.