Il capogruppo dell’IdV in Regione, Emilio De Masi, firmatario assieme ai consiglieri Giuseppe Giordano e Domenico Talarico, ha presentato un progetto di legge sul software libero e questa mattina presso la sala stampa dell’Aula Magna dell’Unical, è stata presentata alla presenza di autorevoli relatori. Vincenzo Bruno dell’Hacklab di Cosenza introduce l’incontro definendo “il software libero un nuovo modo di produrre e scrivere il codice rilasciando una licenza che invece che privare il destinatario del programma di alcuni diretti e cioè di poterlo copiare, di poterlo distribuire, gli da i permessi per poterlo fare. I benefici sono la libertà, la democrazia e indipendenza dai fornitori. Una delle prime grandi aziende che ha investito in questo nel ‘99 fu l’IBM con Linux ed ha avviato un processo che oggi è su cellulari, server. Quello che manca sui nostri server è un software libero che ci permette di essere padroni delle nostre macchine e controllarle”. La relazione viene affidata a Emilio De Masi che presentando il testo la definisce “una legge che ha suscitato notevole interesse a cominciare dall’Unical che ha organizzato l’incontro di oggi. In maniera informatica questa legge rappresenta una autentica rivoluzione. Il software libero si contrappone, pr definizione, a quello proprietario il che induce ad una vera e propria liberata non solo nella gestione e nella ridefinizione del programma, nella diffusione del programma stesso. Viene dunque. Secondo De Masi- viene ridistribuita, sconfiggendo una perversa logica del monopolio, la libertà ai cittadini, agli utenti, agli enti che possono produrre tra loro scambi di esperienza proficui e questo accentua la conoscenza, la diffusione di essa e tutto questo si trasforma in una accentuazione del sistema democratico. In un momento come quello che stiamo vivendo, in cui la democrazia soffre per una serie di iniquità che nelle dinamiche politiche dirette vengono sperimentate, la nostra è un’iniziativa di tutto pregio che è stata accolta con favore e di questo siamo compiaciuti”. A De Masi segue la relazione di Giap Parini del dipartimento di sociologia, scienze politiche che ha trattato il rapporto tra tecnologia e società.
Parini comprende come le piattaforme e le infrastrutture informatiche non siano dei supporti per quello che facciamo ma incidono pesantemente in tutte le azioni che compiamo e per cio’ è importante rivendicare i nostri diritti che corrono su queste piattaforme, corrono anche le nostre esigenze di cittadini ed è per questo che sono necessarie garanzie di chiarezza che solo il software libero è in grado di dare. La privacy – secondo Parini- è un tema che quando è affidato a dei software che hanno un nucleo oscuro, non sappiamo come possono essere utilizzati ed il caso di un motore di ricerca famoso di qualche tempo fa è assai chiarificatore di questo problema”. Segue l’intervento di Riccardo Barberi Liaison Office- Unical sull’open sourse che – secondo lui- non è solo un modello economico che puo’ rendere il mercato del software più dinamico ed è già per questo positivo ma in aggiunta lo è anche perché è modo per alimentare le open tecnology rispondendo ad un principio di base che è il diritto alla conoscenza delle tecnologie a cui tutti possiamo accedere. Il software libero – dice Barberi- non è esattamente gratis, ma consente di accedere e fruire pagando i servizi e non più il prodotto. Una logica del resto assai più razionale in un mercato dove i software hanno una vita media molto breve, diventando presto obsoleti. E’ la volta di Domenico Talia direttore Icar e Master su Software Libero che ha portato diversi esempi virtuosi di formazione di giovani laureati all’uso di software liberi, con importanti riscontri da punto di vista anche occupazionale e le conclusioni sono state affidate a Mimmo Talarico che ha definito questa legge una “legge manifesto”, importante perché libera un circuito di conoscenze che potrebbero essere molto utili per il buon funzionamento della pubblica amministrazione oltre che allargare la sfera della conoscenza e della comunicazione, delle relazioni tra le persone liberando dai vincoli propri di ogni software dati dalla titolarità della licenza. Chiediamo alla regione di adottare questa legge e ai cittadini di sostenerla”.