Se n’è andato in silenzio, come in silenzio aveva vissuto la malattia, così come la sua grande sensibilità ed educazione avevano contraddistinto una vita nel mondo della scuola, prima come insegnante e poi come Dirigente.
Giuseppe Barberio, a soli 67 anni e dopo due soli di meritata pensione, ci ha lasciati, ma lontano dalla sua amata Crucoli, nella giornata di martedì 15 giugno, in un letto di ospedale a Roma, dove era stato ricoverato da alcuni giorni, attorniato dall’affetto dei suoi figli e della moglie, e dove, fin dalla scoperta di avere addosso il “male del secolo” era stato in cura, lottando con tenacia e fiducia fino alla fine.
Lo avevamo incontrato agli inizi di maggio, quando, come sempre, ci aveva omaggiato della sua ultima fatica poetica, l’ultimo dei quattro volumi in cui aveva raccolto, nell’anno terribile del lockdown dovuto alla pandemia, le 400 ballate dialettali tratte da altrettanti proverbi calabresi.
Le aveva scritte, disse, “nel tentativo di trasformare con educazione e sensibilità l’imperativo più condiviso ed inevitabile “IO RESTO A CASA”, nella frase “IO RESTO IN UNA STANZA”, davanti ad un personal computer per sublimare la malinconica tristezza dell’isolamento con le gratificazioni che solo la poesia può assicurare.”
Un poeta nella mente ma soprattutto nell’anima, “Peppino” Barberio, come amavano chiamarlo i suoi legatissimi concittadini, ma anche tanti che nei suoi 43 anni di percorso scolastico avevano avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo.
E la sua vena poetica non era passata inosservata da importanti riconoscimenti: primo classificato alla XXV edizione del “Premio Trasimeno” (Castiglione del lago, 1997) con la raccolta “’A sardeddra ‘e Crucuddru”; primo classificato al concorso nazionale di poesia in vernacolo “IL Castello d’oro” di Corigliano Calabro (1991); secondo classificato alla XXVII edizione del Premio Madre Terra Sorella Acqua (Assisi, 1998) con la raccolta “Sorrisi d’amore”; terzo classificato alla XXVII edizione del “PREMIO SAN BENEDETTO” (Norcia, 1999) con “’A Ruga”, raccolta di poesie in vernacolo crucolese; terzo classificato con “Preziosi Tesori, raccolta di poesie d’amore”, alla XXIV edizione del “PREMIO SESTO PROPERZIO”, (Spello, 1999).
Quindi la segnalazione speciale alla XXIV edizione del PREMIO NOVELLO BOSONE (Gubbio, 2000) per la raccolta di proverbi, detti, motti ed aforismi in vernacolo crucolese, “Crucuddru Beddru Pajisu Noshtu”, il secondo posto alla XXII edizione “PREMIO SANTA RITA” (Cascia, 2001), e altra segnalazione speciale alla XXVII edizione del “PREMIO JACOPONE DA TODI” (Todi, 2001). Sempre a Todi e Cascia ha ottenuto riconoscimenti per “Le Parabole in Versi”, pubblicato nello stesso anno.
Nulla ha potuto, però, la sua straordinaria vena poetica e letteraria contro il “male oscuro” che ancora troppo spesso vince la terribile battaglia contro le cure mediche e le dolorose chemioterapie. Il professore Barberio si è dovuto arrendere, nonostante proprio una settimana fa, rincontrandoci, aveva parlato di una “buona situazione”, in attesa di nuovi controlli in programma, con la sua proverbiale pacatezza e fiducia in un futuro che però, come il più grande dei tradimenti, si è interrotto inaspettatamente il 15 giugno 2021.
E, com’era prevedibile, anche i social hanno diffuso in pochi minuti, nel tardo pomeriggio di ieri, la triste notizia della sua scomparsa, con tantissimi che hanno postato i propri ricordi e le struggenti riflessioni su una persona speciale: tra i tanti, Francesco Pipita che scrive: “Te ne sei andato con la discrezione e la semplicità che ha contraddistinto la tua vita di grande uomo, di premuroso marito e padre esemplare. A noi che ti abbiamo stimato e amato non resta che un grande vuoto e un esempio di cultura che ha fatto grande la tua Crucoli di cui sei e rimarrai esempio di vita saggia e affettuosa con tutti”, mentre Leonardo Braconaro propone “subito una piazza o una via dedicata al Professore Barberio Giuseppe che tanto lustro ha dato alla nostra Crucoli.”
C’è anche il personale ricordo di Luigi Ruggiero, collega e amico nei trascorsi professionali, che aggiunge “Peppino Barberio, il maestro, il dirigente scolastico, l’uomo, è ora vicino a Dio, tra gli Angeli e i Santi, nel Paradiso che, in una vita cristianamente vissuta, si è guadagnato sin dai suoi primi vagiti affettivi, sociali, culturali.”
I funerali del prof. Barberio, che lascia una ferita incolmabile nei cuori della moglie Rita e dei figli Marianna, Rossella, Domenico e Serena, si svolgeranno venerdì 18 giugno, alle ore 10,00 nella Chiesa dei SS. Pietro e Paolo in Crucoli, mentre la salma partirà il giorno prima dall’Ospedale Umberto I in Roma, dove è deceduto, e verrà portata presso la sua abitazione crucolese prima dell’ultimo saluto della cittadinanza e degli amici.