CRUCOLI – L’ultima fatica letteraria dell’autore di origini crucolesi, Cataldo Russo (foto a lato), è dedicata stavolta proprio al suo paese natio ed ai suoi abitanti: “Cera ‘na vota Crucoli” (Dis/Fare Edizioni – Settimo Milanese), uscito a fine aprile, è da pochi giorni in distribuzione sia nel nostro comune e sia nel milanese, dove l’autore, 72 anni, vive dal 1971 e dove, dopo essersi laureato in lingue e letterature straniere, ha lavorato prima come insegnante e poi come dirigente scolastico, incarico che ha svolto fino al recente pensionamento.
A metà strada tra il romanzo di memoria e il saggio, “C’era ‘na vota Crucoli”, è un tentativo, ben riuscito, dell’autore, di mettere insieme i piccoli tasselli di un puzzle che fotografa la vita e la storia più o meno recente di questo piccolo borgo della costa ionica calabrese, cercando soprattutto di scoprire il perché da 400/500 abitanti attualmente residenti, negli anni ’60 ne contava più di 3.000. Nello stesso arco temporale, ricorda Russo, in Lombardia piccoli centro di stesse proporzioni 50 anni fa, oggi arrivano a venticinque o trentamila abitanti.
E attraverso un’immaginaria ma meticolosa passeggiata tra vicoli, strade e stradine del centro collinare, l’autore racconta storie di persone, molte delle quali scomparse da decenni, ma anche di abitazioni oggi abbandonate, di piazze, vie, chiese, botteghe artigiane e persino del cimitero, ultima meta e residenza eterna per chi non c’è più in mezzo a noi.
Nel libro egli racconta un paese che ha più di mille anni, per raggiungere il quale, ancora oggi, ci si imbatte nel Santuario di Manipuglia, nel Castello, nella ex chiesa di Sant’Elia e nella Chiesa di San Pietro e Paolo, oltre ad altri simboli di un passato che sembrano introdurre nel Medioevo, periodo storico caratterizzato da molti paesini arroccati sui monti per difendersi dagli attacchi provenienti dal mare.
Non mancano citazioni di una Torretta, la frazione marinara che, seppur colpita anche essa da emigrazione e svuotamento demografico, conta oggi oltre 2500 abitanti, la cui storia ha almeno 2.500 anni per essere stata una colonia della Magna Grecia, come dimostrano reperti antichi (anfore, tombe, monete, monili) venuti alla luce da scavi eseguiti in epoca moderna e come testimonia il Museo Melissa Palopoli ospitato da pochi anni all’interno della ex residenza di famiglia in contrada Ciuranà.
“È una ricostruzione, la mia, – scrive Russo nella prefazione del libro – affidata volutamente all’archivio della memoria”, grazie al quale ha potuto ricreare atmosfere di quegli anni con l’uso frequente di “frazze”, proverbi, aforismi e filastrocche, cercando di riprodurre un mondo che amava trattare i problemi con l’arma dell’ironia e del nonsense.”
Un’epoca in cui a Crucoli vivevano eccellenti rimatori e “frazzari” (autori di farse), persone con si e no la quinta elementare ma con un innato dono della metrica e della musicalità poetica, capaci di creare veri e propri componimenti ironico-satirici di grande effetto.
“I Crucolesi sono orgogliosi di tante cose, – conclude Russo – ma soprattutto del loro Castello, del Santuario e della Vergine di Manipuglia, della Chiesa Madre di San Pietro e Paolo. E poi, via via, della sardella, del bosco di Gatta, del suo mare limpido e terso, della grande piana del Mortilletto, delle vecchie frazze, e di molte altre cose.”
Il libro è in vendita a Torretta presso la Cartoleria Dennistore e il Parrucchiere Bruno Raffaele.