Non è un paese per… vivere, questo. Prendendo in prestito il titolo di un film diretto dai fratelli Coen nel 2007 (due oscar, ma la trama racconta ben altra cronaca), potremmo parlare oggi di un posto, Torretta, appunto, dove il tempo sembra si sia fermato, anzi, dove il tempo, in termini di evoluzione sociale e culturale, appare avere invertito la sua normale rotazione: praticamente gira al contrario. Qui, ormai, non si può più raccontare di eventi culturali, semplicemente perché non ce ne sono da tempo; non si può raccontare di sport, perche da tempo la gente si è allontanata persino dal seguire una partita di calcio dilettantistico; non si può parlare di sociale, perché da tempo le associazioni che per questo erano nate stentano persino ad avere una sede (sono rimaste in due, forse, ad averl ancora) e di iniziative, senza soldi, nemmeno per sogno; non si può parlare di fede, perché è diventato sempre più difficile portare persone almeno alla messa domenicale, soprattutto giovani. E non si può parlare di gioventù perché distratta o interessata a tutt’altre passioni, magari non del tutto encomiabili. Qui continuiamo a dividerci per la sola appartenenza politica ed a nessuno importa che, per la prima volta nella sua storia, il territorio crucolese ha due candidati al Parlamento: Michelangelo Greco, attuale consigliere provinciale e comunale, nella lista Pdl alla Camera dei Deputati per la coalizione di centrodestra guidata da Berlusconi, e Lucrezia Bruno, segretaria del circolo cittadino di Sinistra Ecologia e Libertà, candidata al Senato nella lista con Vendola, che fa parte della coalizione di centrosinistra per Bersani Presidente. Già, due candidati, due nostri conterranei: l’uno è da anni un affermato imprenditore commerciale con un’attività nella nostra frazione, vitatissimo alle ultime elezioni provinciali, dove siede tra i banchi della maggioranza, mentre al Comune è stato eletto tra le fila dell’opposizione, l’altra è un’apprezzata psichiatra, crucolese doc, che da pochi anni ha deciso di impegnarsi seriamente in politica, in quella sinistra dove ha navigato fin da adolescente.
Ma che vuol dire mai (afferma qualcuno, anzi tanti), in fondo sono di due partiti diametralmente opposti, quindi, per la legge dei due opposti che si annullano, le loro apprezzate candidature (apprezzate, evidentemente, soprattutto dal tanto vituperato palazzo della politica che conta e decide) rischieranno di farsi male da sole, o l’una a svantaggio dell’altra. Non è un paese per… sorridere, questo. Persino il carnevale è passato inosservato, anzi non è passato proprio. Non fosse per qualche iniziativa strettamente privata di alcuni locali ricreativi per bambini, o per qualche gruppo di ragazzini per le strade a farsi la “guerra” a colpi di schiuma, i giorni della burla e dello scherzo (quello buono e genuino, s’intende) sono stati giorni uguali agli altri. Voglia di scherzare e giocare non c’e n’è proprio e qualcuno ha cercato motivi nella lunga sequela di funerali, ben nove, dall’inizio dell’anno, che ha inevitabilmente rattristato la gente, non solo le famiglie colpite da questi lutti, ma tant’è. Non è un paese… da raccontare, questo. Persino al cronista più volenteroso, ormai, riesce difficile scrivere dei ripetuti episodi di quella che in posti “normali” chiameremmo microcriminalità, cioè piccoli furti (o tentativi) in appartamenti da parte bande organizzate che, probabilmente, vengono da fuori (chissà?) e cercano di sorprendere persone sole nelle proprie abitazioni. Come quello capitato nei giorni scorsi ad un anziano di Torretta, aggredito da tre sconosciuti (due sembra siano donne) che si erano intrufolati nella sua casetta a pochi passi dalla Chiesa Madre per poi portargli via alcune migliaia di euro che teneva addosso. Il malcapitato ha denunciato il tutto alla stazione dei Carabinieri, ma poi si è trincerato in un totale “no comment” e sulla vicenda è calato il “solito” silenzio.
Già, è un paese per il… silenzio, questo.