Salvatore Filosa, pregiudicato, imputato più volte di far parte di una consorteria mafiosa collegata al Locale di ndrangheta di Cirò Superiore, da cui era scaturita l’applicazione della misura di prevenzione antimafia.
L’inchiesta era partita nell’anno 2010, quando la Guardia di Finanza di Cirò Marina aveva denunciato Filosa Salvatore per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, oltre al reato di falso e violazione della legge sulle misure di prevenzioni, aggravate dal metodo mafioso, per aver percepito durante il periodo di sottopozione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale contributi comunitari da parte dell’AGEA, per circa trenta mila euro.
L’ex sorvegliato, secondo l’accusa aveva omesso di dichiarare il suo status di sorvegliato speciale e pertanto la mancanza dei requisiti di onorabilità circa l’insussistenza, con false attestazioni, nei propri confronti delle cause di divieto e decadenza previsti dalla legge. Avrebbe, infatti, continuato a presentare domande di aiuto comunitario, riuscendo così a percepire indebitamente contributi da parte dell’AGEA.
L’operazione si inquadrava nell’ambito di un’attività volta a contrastare il fenomeno della criminalità organizzata attraverso la sistematica aggressione dei loro interessi patrimoniali.
La Corte di Appello di Catanzaro accogliendo le tesi difensive dell’Avv. Giovanni Mauro, ha assolto Filosa Salvatore da tutti i reati contestati all’imputato, riformando la sentenza del Tribunale di Crotone che aveva condannato in precedenza l’imputato a un anno e sette mesi.