Continuare a mantenere la Calabria con il fiato sospeso rispetto alla nomina del Commissario regionale alla sanità e sul destino degli ospedali che, soprattutto in un momento di emergenza, restano inspiegabilmente chiusi, non fa altro che contribuire ad alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni pubbliche. La riattivazione dei presidi ospedalieri potrebbe giocare un ruolo importante e immediato per aggredire l’emergenza. Eppure sul punto non si muove foglia. A distanza di una settimana dalla manifestazione unitaria dei sindaci calabresi davanti al Governo a Roma, la questione è ferma al punto di partenza.
È quanto dichiara il Sindaco Filomena Greco sostenendo e rilanciando l’appello della sezione calabrese dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani che ha già annunciato nuove iniziative sacrosante di mobilitazione nazionale per interrompere, ancora una volta insieme, la cappa di silenzio e di immobilismo che sembra sia ritornata come sempre sulle richieste legittime di tutti i comuni calabresi.
Per quel che ci riguarda – prosegue il Primo Cittadino – ritorneremo se necessario anche ogni settimana a Roma finché non capiranno che devono ascoltarci. Non tolleriamo più ritardi, mezze misure, annunci e proclami. Si deve intervenire adesso. La pazienza dei sindaci e delle comunità è finita.
Lo sblocco di assunzioni di medici ed infermieri con gli emendamenti al Decreto Calabria rappresentano un piccolo passo. Ma l’insostenibile ritardo su tutto il resto – aggiunge – debilita ulteriormente il ruolo dei sindaci che continuano ad essere bersaglio delle giuste lamentele da parte dei cittadini. Tutti i presidi ospedalieri procedono con affanno sotto il peso dell’emergenza; le risorse umane ed i mezzi non sono sufficienti ed i costi della sanità continuano a lievitare. Bisogna accelerare – conclude la Greco – prima che agli effetti della pandemia non si possa porre alcun rimedio. La misura è colma.