E’ uscito una nuova opera letteraria a firma edizione VELIERO, la casa editrice nata a Cirò Marina e curata dalla scrittrice Francesca Gallello Gabriel Italo Nel Gomez.
La casa editrice che ha già all’attivo opere letterarie di importanti autori, dà il benvenuto al suo nuovo autore Massimo Natale con l’opera “RIFLESSIONI DI UN BRIGANTE” .
L’opera racchiude poesie ambientate nel periodo risorgimentale con dediche agli eroi briganti che hanno combattuto per il Sud. Poesie delicate e forte a tempo stesso. In questa prima opera, Massimo Natale, di professione medico chirurgo, nato a Caserta, essendo un uomo dall’indole riservata, ha deciso di mostrare e presentare in questo delicato volume, solo la sua anima, il suo sentire, il suo pensiero colmo di amore verso la sua terra. Triste, addolorato per una storia che vorrebbe vedere riscritta con parole vere. Massimo vive a Roma, radici e sangue meridionali, ha voluto dar voce a ciò che il suo animo da brigante, ha dettato. Dolore, rabbia, amore.
Massimo Natale, tudioso discreto della storia del risorgimento italiano, della questione meridionale, del brigantaggio, ha voluto racchiudere, in breve, un sentire che forte batte nel suo petto. Un sentire che, in alcuni momenti di fragilità emotiva, lo portano fino alla commozione più totale. Il dolore e, ancor più la rabbia, lo portano a scrivere in versi, quella storia nascosta che tra le righe di queste apparentemente semplici poesie, che nascondono un messaggio di memoria storica, che urla al mondo il suo dolore e quanto ha patito. Non è facile, in realtà, scrivere di brigantaggio, di ingiustizie e di genocidi che non tutti conoscono e possono comprendere, si rischia, a volte, di apparire fermi a quel passo di storia, ormai, per alcuni, passato. Ma la storia non deve essere un carro che passa su una terra e si allontana, esso lascia solchi, tracce del suo passaggio, tracce che vanno studiate e capite. La storia del risorgimento italiano ha medaglie sul petto di assassini, di predatori, di falsi eroi. Ha spade infilate nel petto di eroi, eroine, che additati come fuorilegge, come nemici del paese, vengono indicati, ingiustamente, come gentaglia e nemici del paese. Ma come può essere dimenticata la stori del proprio paese? Semplicemente facendoci credere che siamo poco o nulla, che siamo la palla al piede di un Nord laborioso e costruttivo. Ma basta fare una ricerca semplice, per poter conoscere quale fosse la condizione sociale, economica, militare del meridione nel 1861. Certo, c’era anche la miseria, come negarlo, ma non neghiamo che questa c’è ancora oggi e nel mondo intero, perfino nelle grandi metropoli. Ma, non possiamo negare che il meridione era terra di accoglienza, di rinascita, di crescita, basta dare uno sguardo all’elenco dei primati mondiali che il Sud aveva nel non lontano 1861. Perché ricordare oggi la storia di ieri? Semplicemente perché è necessario sapere, ricordare, da dove siamo partiti. Nessun popolo può andare avanti se non conosce il suo passato. Ogni paese ha una storia, una storia che, nel bene e nel male, va ricordata, va ricordata per conoscerci meglio, per ingrandire il nostro orgoglio, per non dare la possibilità ad altri di farci abbassare la testa. La storia, per ogni paese, per ogni popolo, rappresenta la carta d’identità, ti presenta agli altri dicendo chi sei, ma ancor più, si presenta a noi stessi, per ricordarci chi siamo. L’opera verrà presentata per il momento in un incontro online in diretta fb, la data verrà comunicata al più presto.