“In Italia tutti sanno che i concorsi pubblici sono truccati e nessuno fa niente, tantomeno i magistrati” rende noto Antonio Giangrande, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie. “Gli effetti sono che non è la meritocrazia a condurre le sorti del sistema Italia, ma l’incompetenza e l’imperizia. Non ci credete o vi pare un’eresia? Basta dire che proprio il Consiglio Superiore della Magistratura, dopo anni di giudizi amministrativi, è stato costretto ad annullare un concorso già effettuato per l’accesso alla magistratura. Ed i candidati ritenuti idonei? Sono lì a giudicare indefessi ed ad archiviare le denunce contro i concorsi truccati. E badate, tra i beneficiari del sistema, vi sono nomi illustri”. Denunce e accuse pesanti che Antonio Giangrande, definito l’alfiere contro i concorsi truccati, rende note attraverso un dettagliato vademecum sui concorsi “tarocco”. Partiamo dall’indizione del concorso: “Spesso si indice un concorso quando i tempi sono maturi per soddisfare da parte dei prescelti i requisiti stabiliti (acquisizione di anzianità, titoli di studio, ecc.). A volte chi indice il concorso lo fa a sua immagine e somiglianza, perché vi partecipa personalmente come candidato. Oppure si indice un concorso quando non vi sono candidati (per volontà o per induzione), salvo il prescelto. Queste anomalie sono state riscontrate nei concorsi pubblici tenuti presso le Università e gli enti pubblici locali”. La commissione d’esame: “Spesso a presiedere la commissione d’esame sono personalità che hanno una palese incompatibilità. Oppure hanno sempre interessi amicali, familistiche e clientelari. Seguendo una crescente letteratura negli ultimi anni abbiamo messo in relazione l’età di iscrizione all’albo degli avvocati con un indice di frequenza del cognome nello stesso albo. In particolare, per ogni avvocato abbiamo calcolato la frequenza del cognome nell’albo, ovvero il rapporto tra quante volte quel cognome vi appare sul totale degli iscritti, in relazione alla frequenza dello stesso cognome nella popolazione. In media, il cognome di un avvocato appare nell’albo 50 volte di più che nella popolazione. Chi ha un cognome sovra-rappresentato nell’albo della sua provincia diventa avvocato prima”. I concorsi farsa: “Spesso i concorsi vengono indetti per sanare delle mansioni già in essere, come il concorso truffa a 1.940 posti presso l’INPS, bandito per sistemare i lavoratori socialmente utili già operanti presso l’Ente”.
Le prove d’esame: “Spesso sono conosciute in anticipo. A volte sono pubblicate su internet giorni prima, come è successo per il concorso degli avvocati, dei dirigenti scolastici, o per l’accesso alle Università a numero chiuso. A volte le tracce sono già state elaborate in precedenza in appositi corsi, così come è successo all’esame di notaio. A volte le prove sono impossibili, come è successo al concorsone pubblico per insegnanti all’estero: 40 quesiti a risposta multipla, la lettura di quattro testi in lingua straniera e relative risposte alle domande. Il tutto nel tempo record di 45 minuti, comprese parti di testo da tradurre. Quasi 1 minuto a quesito”. Materiale consultabile: “Spesso, come al concorso di magistrato o di avvocato dello Stato ed in tutto gli altri concorsi, ad alcuni è permessa la consultazione di materiale vietato, come: codici commentati, fogliettini, fin anche compiti elaborati dagli stessi commissari. Il materiale consegnato: “Il compito dovrebbe essere inserito in una busta da sigillare contenente un’altra busta chiusa con inserito il nome del candidato. Non ci dovrebbero essere segni di riconoscimento. Non è così come insegna il concorso di notaio. Oltre ai segni di riconoscimento posti all’interno (nastri), i commissari firmano in modo diverso i lembi di chiusura della busta grande consegnata”. La correzione degli elaborati: “La norma prevede che la commissione d’esame partecipi alle fasi di: apertura della busta grande contenente gli elaborati; lettura del tema da parte del relatore; correzione degli errori di ortografia e sintassi; consultazione collettiva con l’interpello e il giudizio dei singoli commissari; apertura della busta piccola contenente il nome del candidato e redazione verbale. Ma queste sono solo fandonie normative, poiché, di fatto, si apre prima la busta piccola, si legge il nome, se è un prescelto si dà agli elaborati un giudizio positivo, senza nemmeno leggerli. E quando i prescelti sono pochi rispetto al numero limite di idonei stabilito illegalmente, nonostante l numero aperto, si aggiungono altri idonei diventati tali a fortuna”.