Il candidato sindaco di Crotone della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni amministrative del 20 e 21 settembre, l’avvocato Antonio Manica, risponde ad alcune domande affrontando importanti temi sociali, quali la scuola, la formazione e l’integrazione sociale, lo sport, la cultura e le periferie.
È responsabilità del sindaco garantire una scuola sicura ai piccoli crotonesi, soprattutto in un contesto nuovo e delicato come quello attuale. Come intende gestire la situazione, qualora dovesse diventare primo cittadino crotonese?
“Attendo con apprensione ed interesse le decisioni del governo centrale sull’avvio del nuovo anno scolastico e mi chiedo quale scuola attende i nostri figli. Il timore è che si preannunci un avvio di anno scolastico nel caos, per via dell’approssimazione con la quale il governo si occupa di questo tema fondamentale. Temo che si deciderà troppo tardi sulle norme sanitarie di prevenzione da Covid19 che si dovranno adottare, sul reperimento del personale, sull’uso dei banchi 2.0, sulla mancanza di disponibilità delle aule. Ma mi preme precisare che, qualora dovessi diventare sindaco, vigilerò affinché il tutto si svolgerà nella massima sicurezza e tutela degli alunni degli istituti di mia competenza, dal primo all’ultimo giorno scolastico. Intendo, inoltre, avviare un dialogo con tutte le scuole, in particolare con quelle private, con le quali, laddove non ci fosse piena disponibilità negli asili nido comunali per tutti gli iscritti in graduatoria, vorrei sottoscrivere una convenzione che stabilisca l’ingresso, a garanzia del diritto all’istruzione, dei piccoli alunni rimasti, eventualmente, fuori dai nido comunali. È di loro che bisogna occuparsi e su di loro bisogna puntare se si vuole cambiare il volto di questa città”.
E per garantire un’integrazione sociale a tutto tondo cosa prevede?
“Conto di creare una comunità alla cui base ci sono valori di solidarietà e interesse per gli altri, non solo per se stessi. Mi piacerebbe che questa città avesse maggiore tutela per le persone disabili, ci tengo molto perché si applichi l’esercizio dei diritti e delle opportunità di partecipazione alla vita civile e sociale, con particolare riferimento ai diritti fondamentali di lavoro, formazione, assistenza, alla tutela della salute, allo sport e al tempo libero”.
Disciplina e formazione passano attraverso lo sport e quello crotonese si trova a vivere una situazione complicata.
“Le discipline sportive devono tornare in mano alle società, agli allenatori, ma soprattutto agli atleti. Il tutto dovrà avvenire con regolare bando e secondo le leggi vigenti, ma è chiaro che le società non possono sostenere da sole le spese per il mantenimento dei palazzetti sportivi. C’è, secondo me, la necessità di individuare fondi da destinare alla crescita dello sport crotonese, sulla scia della promozione nella massima serie del Crotone calcio, occasione di visibilità, sviluppo e simbolo della cultura cha ha fatto la storia di Kroton, altro punto fondamentale del mio programma per il futuro della città”.
Per crescere, nelle grandi realtà si è reso necessario ricucire il rapporto tra centro cittadino e periferie, ne conviene?
“Riqualificare le zone che introducono alla città, ridare dignità ai residenti delle periferie è fondamentale. Questo potrà avvenire solo attraverso il confronto ed il dialogo sulle questioni già visibili agli occhi di ognuno, dal potenziamento delle infrastrutture di collegamento, alla pulizia, all’illuminazione pubblica fino alla creazione di punti di aggregazione per giovani, e su quelle che solo chi abita la periferia può conoscere davvero. I crotonesi non devono più vedersi calare le cose dall’altro, senza avere voce in capitolo. Tantomeno, devono sgranare gli occhi davanti ad opere ed interventi di carattere ordinario. Purtroppo, negli ultimi anni quello che è ordinario per i crotonesi ha assunto connotazioni straordinarie. Credo sia arrivato il momento di restituire ai cittadini il concetto di normalità”.