Nello scorso mese di febbraio abbiamo segnalato agli organi di stampa, e in seguito anche ai Carabinieri forestali, che molti esemplari di pini silani erano stati attaccati dalla processionaria. Un problema molto serio, considerato che il lepidottero si nutre delle foglie delle conifere, causando la defogliazione totale dell’albero. Le processionarie, infatti, nidificano soprattutto su pini e querce, arrivando in molti casi a distruggerli.
Abbiamo ricordato nel nostro precedente comunicato che la “disinfestazione dei bruchi di processionaria in Italia è obbligatoria dal 2008, con l’entrata in vigore del decreto ministeriale che prevede le disposizioni per la lotta obbligatoria contro la processionaria del pino. Incaricati alla rimozione dei nidi di processionaria su piante poste in luoghi pubblici sono il Corpo forestale o i professionisti della disinfestazione, che possono rimuovere manualmente i nidi di processionaria, tagliando le estremità della pianta infestate. Questo procedimento viene abitualmente svolto durante l’inverno, prima che le larve escano dal nido. Si può, in alternativa, utilizzare un insetticida biologico, innocuo per persone e cani, che agisce rapidamente, bloccando l’attività trofica delle larve. L’insetticida può essere diffuso per via. Inoltre, si possono utilizzare le trappole ai feromoni per ridurre la possibilità di incontro e di procreazione tra il maschio e la femmina di processionaria”.
A distanza di alcuni mesi, i Carabinieri forestali ci hanno inviato la risposta che hanno ricevuto dalla Regione Calabria, Dipartimento 8 “Agricoltura e Risorse Agroalimentari”, firmata dal Dirigente generale e dall’Ispettore fitosanitario. Questi ultimi citano un Decreto ministeriale del 2007 e rammentano che gli interventi per eliminare la processionaria devono essere effettuati dai proprietari o dai conduttori dei fondi su cui sono radicate le piante infestate.
Vogliamo ricordare al dirigente e all’ispettore che molti dei pini infestati non si ergono su fondi privati, ma su fondi pubblici. Prendiamo atto del pressapochismo dei dirigenti regionali e dello scarso interesse mostrato nei riguardi della natura e di una delle bellezze naturali uniche al mondo, quale è la nostra Sila, che se perde i suoi pini, perde inevitabilmente la sua anima.
E? quanto comunica il Comitato Alberi Verdi
Diciamo che intanto la processionaria non è un uccello per cui leggere che nidifica mi fa molto riflettere. Il problema è annoso, diffuso e complicato da eradicare, sicuramente, nè le ditte di “disinfestazione” nè la lotta manuale sarebbe capace di farlo. Io dico solo che meno male che la natura anche se violentata, sa ciò che fa…perché tra immobilismo degli enti preposti e scienziati vari, a quest’ora veramente non avevamo un pino verde!