I lavori di rimozione del tubo inizieranno a breve, previsti per fine stagione estiva: dureranno un anno e costeranno 2-3 milioni di euro.
La Syndial ha già appaltato i relativi lavori. Il commissario prefettizio, Girolamo Bonfissuto, ha velocizzato l’iter per la parte che era di competenza del Comune. Non saranno rimossi invece né l’ex stabilimento produttivo né il capannone né le altre strutture, che insistono sull’area che un tempo era comunale e destinata a pineta.
L’intervento, messo in cantiere da Syndial, prevede infatti solo la rimozione del tubo, che convogliava il cloruro di sodio iperpuro, prodotto nello stabilimento, nella stiva delle navi. Non è molto, ma è già “qualcosa”, perché libera il panorama e soprattutto il mare da un orribile reperto di archeologia industriale, divenuto del tutto inutile dal 2008, anno in cui la Syndial ha cessato l’attività produttiva.
La società milanese commissionerà alla ditta appaltatrice pure la rimozione del pontile di attracco delle navi. Ritornando al tubo: esso “parte” dal capannone, dov’era custodito il cloruro di sodio, e contiene al suo interno un nastro trasportatore. Non fa parte insomma del salinodotto che convogliava la salamoia dai pozzi della miniera “Timpa del Salto”, sita a Belvedere Spinello, verso il capannone sopra citato.
Peraltro, com’è noto, il 27 luglio 2018, la Sorical, concessionaria regionale del sistema acquedottistico, comunicò di aver stipulato, su mandato della Regione Calabria, un accordo preliminare con la Syndial per l’utilizzo della tubazione dell’ex salinodotto come condotta idrica, stante la situazione di criticità nell’approvvigionamento idropotabile in cui versa la fascia costiera compresa tra i Comuni di Strongoli, Torre Melissa e, in parte, anche Cirò Marina.
La criticità aumenta “nel periodo estivo per via della cospicua crescita della domanda cui lo schema acquedottistico pozzi Lipuda non riesce a fare fronte”, come si legge nel comunicato stampa diramato allora da Sorical. A monte, la Regione ha sottoscritto una transazione con Syndial per la restituzione dell’intero salinodotto.
Sicuramente dal lato paesaggistico l’intera zona ne guadagna, io direi che è addirittura orribile, è un pugno nello stomaco, soprattutto perchè inserito nel meraviglioso contesto di Punta Alice. Dispiace, ovviamente, per lo scempio dal punto di vista ambientale. Intendo attrazione turistica dal punto di vista storico. Ripercorrere, cioè, gli avvenimenti che hanno portato a questa scelta, a cosa è servita e, insieme a questa, approfittare per esporre e far conoscere la storia dei luoghi. Riconvertire in positivo qualcosa che ha sicuramente un impatto visivo negativo insomma cordiali saluti
Sicuramente in tanti gioiranno per questa decisione che giustifico, almeno in parte. Il rischio, per quanto mi riguarda, è sicuramente quello di andare controcorrente e di fare il bastian contrario. Archeologìa industriale s’è detto, e proprio perchè si tratta di archeologìa industriale dovrebbe essere salvaguardato…potrebbe, con le opportune e necessarie misure, costituire motivo di ulteriore attrazione turistica per il posto. Ma ne saremo capaci? Ai posteri…Saluti
Di attrazione turistica non ha un bel niente. Piuttosto parlerei di scempio ( se si pensa anche a tutti gli alberi distrutti) e di bruttura unica nel suo genere. Speriamo sparisca x sempre nel più breve tempo possibile.