Si legge sul profilo a lui dedicato su Wikipedia che “nel maggio del 2013 le sue spoglie erano state trasferite nell’ossario sotto il pavimento della cappella”. Già la stessa tomba era ribaltata alle notizie di cronaca appunto il 2 giugno del 2013 quando ci fu un tentativo di “traslocarla” senza i dovuti permessi, poi miracolosamente ricomparsa nel suo vecchio loculo almeno così pensavano tutti i cittadini. Ma distanza di sei anni alcuni cittadini recandosi in visita al cimitero hanno diffuso la notizia che la tomba del letterato e poeta amico di Pascoli e di D’Annunzio non c’era più. Tutti pensavano che dopo il primo tentativo di spostare le sue spoglie poi fallito, la tomba sarebbe rimasta nel suo loculo, dove è sempre stata e dove chiunque gli potesse portare un fiore, ma a quanto pare non è stato così, visto che al suo posto c’è un suo congiunto. All’epoca nel 2013, la scoperta era stata fatta, in vista della sepoltura di un componente della famiglia Siciliani, quando il custode del cimitero di Cirò si accorse che nella cappella di famiglia, il loculo occupato per decenni dalle spoglie del poeta Luigi Siciliani era vuoto.
Il custode, pensando che la bara fosse stata trafugata, aveva presentato denuncia, facendo intervenire l’allora comandante il maresciallo Diego Annibale della locale stazione. Sul posto erano intervenuti anche l’allora Sindaco Mario Caruso, e l’ex capitano della Compagnia di Cirò Marina, Fabio Falco. Solo dopo alcune ore, dall’accaduto era stato chiarito da una parte della famiglia Siciliani che i resti del poeta erano stati trasferiti nell’ossario ricavato sotto il pavimento della cappella per fare spazio ad un membro della stessa famiglia deceduto in quel periodo a Cirò Marina. Il primo tentativo di traslare il poeta sarebbe stata eseguita, tuttavia senza la necessaria autorizzazione in violazione del regolamento di polizia mortuaria e, pare, senza avvertire tutti i familiari che sarebbero stati all’oscuro di tutto, da qui il grande equivoco e l’imbarazzo per alcuni componenti della famiglia Siciliani quando nel portarsi verso la cappella dove era sepolto il poeta per portagli un fiori si sono visti davanti il loculo vuoto. Da questo episodio la salma ritornò nel suo vecchio luculo e si sperava per sempre. Ma a quanto pare successivamente la traslazione ebbe termine. Ma come è possibile si chiedono in molti, e non si parla d’altro in paese, mettere le spoglie di un personaggio che appartiene all’umanità intera, sotto uno spoglio pavimento, in un ossario, quando invece di lui dovrebbero fare una tomba monumentale alla vista di tutti e soprattutto, ubicata in un posto dedicato a lui dove chiunque, ed in qualunque momento gli possa fare visita. Il poeta nacque a Cirò nel 1881 e morto a Roma nel 1925, Siciliani fu amico di D’Annunzio e Pascoli; come sottosegretario ai Beni culturali fu determinante per l’avvio degli scavi che portarono nel 1924 alla scoperta dei resti del tempio di Apollo Aleo. Povero poeta, lui che era così semplice, e legatissimo alla sua Cirò, non gli è stato consentito nemmeno di riposare in pace nel loculo dove riposava da anni. “Misero vario gioco di sorte è la vita dell’uomo tra povertà e ricchezza sempre vagante incerta: Quelli che giacciono in basso qual palla rimbalzano in alto; altri, su dalle nubi, sono gettati all’Ade”, con queste parole scritte dallo stesso poeta nei” Canti Pagani” una riflessione per l’accaduto. Dunque a che sono serviti i momenti di ricordo a lui dedicati se poi lo fanno sparire sotto il pavimento come una “cosa” di troppo: Un paese, che, di contro, ha reso omaggio a Siciliani, negli anni ’50, con un monumento sul belvedere Mavilia, e che proprio, attualmente, è in restauro: affidato alle abili mani di Elio Malena e Gianni Arcovio. A luigi Siciliani, poi, il Comune ha anche dedicato uno spazio nel Palazzo dei Musei con l’intitolazione della Biblioteca, ed in ultimo il nascente club Rotary Cirò gli ha dedicato un progetto, un bando di poesie inedite per le scuole dedicato proprio a lui, un vero paradosso per ciò che è successo.