CROTONE – “Umberto Lorecchio, consigliere provinciale con delega all’agricoltura, in merito all’articolo del Presidente Michele Lorenzano dell’associazione “360” in merito alla vicenda uve invendute del cirotano intende precisare quanto segue: innanzitutto lo ringrazio per aver a cuore il problema visto che ci sentiamo quasi giornalmente. Interpreto questo articolo non come una critica nei miei confronti, ne tantomeno nei confronti della Provincia e di chi la rappresenta, ma come una sollecitazione verso chi ha le responsabilità e le competenze in merito. Vorrei fare un breve excursus della vicenda, perché solo così si capisce il vero problema. Il tutto nasce da una situazione drammatica e annosa che si ripresenta puntualmente nelle annate “normali”, attenzione, sottolineo “normali” di produzione. A metà settembre del 2010, da una continua sollecitazione ad interessarmi del problema, da parte di molti viticoltori e alcune cooperative vitivinicole operanti nel cirotano, presi a cuore il tutto e studiandolo con i professionisti, gli operatori del settore del territorio e sentite diverse cantine del cirotano, chiesi all’Assessore regionale Trematerra un incontro per l’istituzione di un tavolo di crisi del settore vitivinicolo. Fu convocata una riunione a Catanzaro nella sede dell’assessorato all’agricoltura e, alla presenza dell’Assessore, di rappresentanti dei vitivinicoltori, di rappresentanti di alcune cooperative di viticoltori del cirotano, tra cui Aldo Scilanga, Nicodemo Amoruso e alcune delle più importanti cantine del territorio si discusse del problema. In quella sede veniva confermata l’impossibilità di quasi tutte le cantine ad assorbire i circa 20.000 quintali di uve che rimanevano invendute, e, fu messo in risalto, il problema “dei contratti di conferimento” che erano stati sottoscritti tra cantine e viticoltori. Contratti questi, obbligatori per i progetti e gli interventi di ristrutturazione inseriti nei P.I.F. (progetti integrati di filiera). Bisogna ricordare che un numero considerevole di cantine oggi presenti nel cirotano hanno beneficiato dei contributi comunitari per la realizzazione di nuove cantine, l’adeguamento e l’ampliamento di alcune già esistenti. Così come è giusto dire che negli ultimi anni il numero delle cantine nel cirotano è cresciuto a dismisura, così come, è giusto ricordare che, già da qualche anno, si stanno ristrutturando molti dei vecchi vigneti, grazie ai finanziamenti comunitari per “l’estirpazione e reimpianto”. Fatte queste precisazioni, è giusto evidenziare che esistono gli enti preposti a far si che si facciano i controlli per la filiera, sicuramente importantissima e unica come quella del vino.
Ed è giusto anche dire che queste competenze non sono provinciali! Le competenze provinciali della delega all’agricoltura sono limitate alla solo gestione, mentre le competenze economiche-amministrative sono a capo dell’assessorato regionale. In parole povere nei capitoli di bilancio provinciale dell’agricoltura i fondi da gestire sono all’incirca cinquemila Euro. L’impegno e la responsabilità del sottoscritto è stata quella di aver preso in groppa un problema talmente annoso che, in maniera semplice e lineare, con la creazione di una filiera chiusa, avrebbe portato alla costituzione di un Consorzio, che, rappresenta l’unica via che intravedo per la risoluzione definitiva del problema. Ma, non si sa perché, non si vuole risolvere! Ritornando alla esposizione dei fatti bisogna riconoscere che: la Giunta Regionale il 5 ottobre 2010 autorizzava, mettendo a disposizione di Fincalabra S.p.A la somma Euro 1.500.000,00 per l’erogazione a titolo oneroso di liquidità a favore di cooperative agricole operanti nel settore vitivinicolo. Quindi Fincalabra S.p.A predispose un bando di evidenza pubblica per il settore vitivinicolo, per le uve invendute, certificate e conferite a cooperative agricole. Quindi no contributi a fondo perduto, no operazioni clientelari sbandierate da una associazioni di categoria agricola. Si procedette a certificare i quantitativi di uve, con sopralluoghi in campo, da parte dei funzionari dell’ispettorato provinciale dell’agricoltura di Crotone. Nel frattempo si procedette a vendemmiare tutte le uve invendute sul territorio, mettendo in campo una task force, grazie ad alcune cantine che diedero la disponibilità e lavorarono anche di notte per garantire la macinatura e la torchiatura delle uve. Al Bando partecipavano due cooperative di cui una del lametino che concorreva alla somma di € 300.000,00 e una del cirotano che concorreva per la somma di € 1.200.000,00. L’08/11/2010, con delibera di Giunta provinciale si prendeva atto della protocollo d’intesa tra la Provicia e la cooperativa “Cirò Cantine Scarl”, e, il 21/01/2011, sempre con delibera di Giunta provinciale si procedeva ad approvare lo schema di contratto per la fidejussione bancaria a garanzia per la somma di € 1.200.000,00. A marzo 2011 veniva notificato, alla cooperativa “Cirò Cantine Scarl”, vincitrice del bando, l’impossibilità da parte di Fincalabra S.p.A. ad erogare il finanziamento per mancanza del certificato antimafia che avrebbe dovuto rilasciare la Prefettura di Crotone. Nonostante il rilascio successivo del certificato antimafia e la trasmissione a Fincalabra, da parte della Prefettura di Crotone, e il successivo atto di indirizzo politico-amministartivo da parte della Giunta Regionale che con propria deliberazione di settembre 2011 autorizzava Fincalabra ad erogare le somme non spese, quantificabili in € 1.200.000,00, ad oggi non è stato predisposto ancora nessun bando, anzi, a detta anche dall’assessore Trematerra, la somma di Euro 1.200.000,00 non era più disponibile in quanto utilizzata diversamente. Quello che dice Lorenzano è vero, in quanto del problema ne parlai con l’assessore Trematerra, con la Vice-Presidente Antonella Stasi, l’Assessore Pugliano, i consiglieri regionali di maggioranza Dattolo e Pacenza e quindi, più volte con il Presidente Scopelliti, il quale mi ha garantito che il tutto si risolverà con l’approvazione del bilancio di previsione. Di una cosa sono sicuro e lo posso dire pubblicamente, tutti gli interpellati hanno dimostrato la volontà alla risoluzione del problema, anzi per il Presidente Scopelliti è diventata una necessità personale verso il territorio del cirotano. Ribadisco pubblicamente, quanto ho già detto privatamente al Presidente Scopelliti: molte famiglie di questo territorio vivono con i proventi della vendita delle uve, quindi del lavoro di un anno. Per cui alla luce dei tanti problemi economici del momento, non vorrei che, l’esasperazione di un padre di famiglia sfoghi in gesti clamorosi. Una cosa è certa: io sarò con i viticoltori in qualsiasi azione che si dovrà intraprendere per la risoluzione del problema, esprimendo la mia solidarietà e il mio ringraziamento ai componenti della cooperativa agricola “Cirò Cantine Scarl”. Una cooperativa di viticoltori del cirotano che si sono assunti una grande responsabilità non certo per arricchirsi ma per garantire il giusto guadagno ai tanti viticoltori visti i sacrifici di un anno intero di lavoro, di sudori e schiena china. Non è mia abitudine non portare a termine quanto iniziato, lo farò fino alla fine senza se e senza ma. Sempre e comunque per la politica che mi piace fare: la politica del fatto!”