Il momento di confronto tra operatori del settore e specialisti è servito per approfondire cause ed effetti della presenza degli ibridi nella filiera apicola italiana e per rilanciare la necessità di tutelare la biodiversità autoctona.
Presso l’Auditorium Orti Mastromarchi di Saracena si è svolto il Seminario relativo alle Strategie Valorizzazione dell’Ape Ligustica Italiana, Patrocinato dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco, Renzo Russo, ed organizzato dall’associazione Physis di Roseto Capo Spulico grazie al finanziamento del FEASR Misura 1 Intervento 01.02.01 del PSR Calabria (Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione).
L’appuntamento rappresentato un importante momento di confronto e di scambio di informazione fra apicoltori e tecnici del settore agricolo grazie al supporto scientifico offerto da Tiziano Gardi, Docente del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università di Perugia, insieme ai contributi di Rocco Arcaro, Marco Petrarchini e Daniele Barletta che nelle loro relazioni hanno fatto emergere come la Ligustica abbia caratteri di rusticità tipici e tali da poter assicurare il superamento di quelle problematiche che si sono affacciate violentemente nei nostri alveari in questi ultimi anni.
Il convegno è stato anche lo spunto per sottolineare come le grandi mortalità di questi anni sono il segno certo della diffusione eccessiva di ibridi, dell’inquinamento genetico delle nostre api e del grave rischio di perdita del germoplasma che indirizza le caratteristiche delle nostre api autoctone. Il disprezzo inconsapevole degli Apicoltori, che acquistano e diffondono ibridi, sta procurando incalcolabili danni a tutta la collettività perché i caratteri di cui abbiamo bisogno in un territorio ad alta variabilità quale quello italiano, si stanno ormai perdendo. Il prezzo da pagare – hanno riferito gli esperti – è la sindrome da spopolamento degli alveari, in termini di perdita di controllo sulla sciamatura, discontinuità delle produzioni, difficoltà nello svernamento, disordine comportamentale, aggressività e eccessi di covata in un momento in cui sono carenti le disponibilità di polline.
Dall’appuntamento di Saracena è emerso anche che mancano le zone di rispetto e le stazioni di fecondazione, gli allevatori di regine “madri”, la cultura delle biometrie (unico sistema per certificare con certezza la purezza genetica della nostra ape e i caratteri che ci interessa selezionare nel nostro apiario e nel nostro territorio) e la necessaria capacità da parte di tutti gli Apicoltori e allevatori di portare avanti un lavoro costante di controllo dei segnali che le api ci danno.
Da qui è stato chiesto all’Amministrazione Comunale, sempre attenta e presente, di sottoscrivere insieme alla Associazione ed agli Apicoltori della zona un programma di intesa da definire per rendere sempre più presente la nostra ape ligustica nel territorio Comunale.