Tra le serate culturali di questa estate cirotana c’è la presentazione del libro “Terra d’Eterno Incanto” della scrittrice Domenica Milena Arcuri Rossi, dove la scrittrice fa rivivere l’antico borgo attraverso le sue sensazioni e memorie. Ad accogliere la scrittrice, in una cornice medievale ai piedi del castello, l’assessore al turismo Cataldo Scarola, il sindaco Francesco Paletta il quale, sottolineava l’importanza di recuperare le nostre radici ed avvicinare i giovani a questi. La cultura è faro nel mondo –ha detto la scrittrice Arcuri Rossi, reduce dello scorso primo giugno al premio internazionale Tropea ”Onde Mediterraneo” che gli è valso la vittoria del primo premio. Ritornare dove abitava la mia famiglia, prosegue l’autrice- è come sentire il respiro dei miei avi, a volte si è costretti ad emigrare per lavoro, ma non per questo bisogna dimenticare le proprie radici. Io mi sento Calabrese sempre, dovunque vada, anche se insegno Spagnolo e Francese in Friuli da anni. Quando Dio ha creato l’arcobaleno ha detto- ha pensato alla bellezza della Calabria. E mentre il paese dei miei avi, si mantiene ancora bene, c’è ancora rispetto, accoglienza, a Cirò Marina dove sono nata invece, si stanno perdendo molti valori , manca il saluto, e quell’accoglienza che sopravvive ancora nei paesi interni come Cirò. Tra le poesie, una in particolare è stata dedicata alla professoressa Anna Mongiardo, intellettuale nota scrittrice calabrese, scomparsa di recente, che insegnò a Cirò Marina per un periodo. Un lume nella notte- prosegue la poetessa- sono dunque i docenti che trasmettono i saperi ai giovani,gli uomini di domani. E ancora- per questo dice- non c’è presente senza passato, le radici sono la memoria dell’anima. La mia conclude- non è una poesia pensata, ma scaturisce spontanea, dalla sensibilità, dalle mie sensazioni, direttamente dal mio cuore e arriva direttamente al cuore dei cirotani e di Cirò. E’ una dolcissima ispirazione questo libro- ha detto l’assessore alla cultura Francesco Mussuto- ha saputo dipingere attraverso i versi il paesaggio, il borgo, ma anche gli uliveti secolari che si perdono tra il cielo e il mare come attraverso il canto “Sere d’Estate”. A moderare la presentazione del libro, l’architetto Vincenzo De Franco.