Fuga dei cervelli, è necessario fermare il fenomeno. La crisi economica sta tagliando le gambe alla futura classe dirigente, i giovani. Farli fuggire, non solo è una mancanza di prospettiva, quanto un impoverimento ulteriore per il nostro Paese. Serve una maggiore e più concreta integrazione tra università e il mondo del lavoro. È essenziale formarsi all’estero ma è altrettanto importante ritornare con le conoscenze acquisite. È, questo il messaggio espresso dal sindaco Mario Albino Gagliardi in occasione della presentazione di un robot presentato lo scorso mercoledì 19 nella sala consiliare. Il progetto, già presentato all’Università della Calabria e all’Itis di Castrovillari, rientra negli appuntamenti della programmazione natalizia, ed è stato ideato e costruito da Francesco Laurito, un giovane saracenaro appassionato di tecnologia. Diplomato dall’Itis di Castrovillari e iscritto alla facoltà di ingegneria elettronica dell’Unical, il giovane studente dalla fervida immaginazione è sempre stato appassionato di robotica. Già dalla terza media sperimentava modellini tecnologici. All’evento erano presenti, oltre il Primo Cittadino, Sergio Senatore, Antonietta Fazio preside dell’Istituto tecnico industriale statale Enrico Fermi di Castrovillari e l’assessore alla comunicazione istituzionale Giovanni Gagliardi. Per la costruzione, Francesco Laurito si è avvalso della collaborazione di alcuni professionisti del settore di Saracena quali Carmine Regina, Franco Gagliardi e Antonio Cardarelli. Il Robot si chiama Centauro per la somiglianza con la figura mitologica ed è composto da una base e un busto antropomorfo. 4 ruote, un alimentatore (una batteria di automobile da 40 Ah), 2 braccia, uno fisso l’altra mobile e una testa in grado di ruotare a destra e sinistra. E ancora microfoni come orecchie e un touch sensor che riconoscerà una carezza sulla testa. Sono questi alcuni degli elementi che compongono la macchina intelligente. Ma, il fiore all’occhiello del Robot, che secondo Laurito, lo distinguerà dagli altri è quello di affiancare ad un microcontrollore uno smartphone come cervello, che, negli ultimi anni sta acquisendo un potenziale enorme.