Il riccio di mare è diventato merce preziosa tanto che la sua pesca innesca una vera e propria corsa all’oro. D’altronde, un piatto di spaghetti con la polpa di riccio è considerata una vera prelibatezza ed i buongustai sono disposti a pagare cifre notevoli, per questo è ovvio che sia diventato un prodotto sempre più ricercato.
Negli ultimi tempi è aumentato considerevolmente il fenomeno della pesca di frodo del riccio di mare, spesso condotta da pescatori sportivi senza scrupoli.
Su base nazionale, il prelievo di ricci di mare è assolutamente vietato nei mesi di Maggio e Giugno per consentire il ripopolamento della specie.
La Capitaneria di porto per tutelare il prodotto, ormai a rischio estinzione, ha aumentato la vigilanza su tutto il territorio di giurisdizione.
E’ proprio nell’ambito di questi controlli che ieri mattina i militari della Guardia Costiera di Crotone hanno sorpreso un pescatore di frodo con un ingente quantitativo di ricci di mare appena pescati nelle acque antistanti il porticciolo di Le Castella, in piena Area Marina Protetta.
L’attenzione dei militari è stata attratta dalla presenza di un’autovettura sospetta parcheggiata sul ciglio della banchina portuale. A detta di alcuni presenti, l’auto era lì già dalle prime ore del giorno.
Il pescatore, una volta giunto a terra, è stato sorpreso con una decina di piccoli vasetti colmi della polpa degli echinodermi (ricci) pronti per essere rivenduti a compiacenti ristoratori della zona a cifre che possono raggiungere anche i 20/30 euro a vasetto.
Un bel business che scavalca ogni controllo.
Concluse le preliminari operazioni di controllo, il pescato è stato interamente sequestrato ed al pescatore di frodo è stata comminata una sanzione di 1.000 euro.
Questo tipo di pesca illegale, è particolarmente lesiva dell’ecosistema marino per questo il Corpo delle Capitanerie di porto si prefigge lo scopo di far aumentare nel cittadino la consapevolezza del grave danno arrecato a causa di un’insensata abitudine popolare.