Un vibrante grido di allarme è stato lanciato nella mattinata del 17 dicembre dall’amministrazione, dai dipendenti e dai familiari dei degenti dell’Istituto Sant’Anna di Crotone. In una conferenza stampa convocata presso la struttura sanitaria, l’amministratore unico Giovanni Pugliese ha sottoposto all’attenzione pubblica la situazione di crisi nella quale si trova il Sant’Anna: “Il decreto che sancisce nuovi tagli per il Sant’Anna, dopo quelli già avvenuti negli anni scorsi, ci ha portati al limite. Ci stiamo ponendo delle domande su quello che sarà il nostro futuro e sulla stessa nostra esistenza. Confido, tuttavia, che l’amministrazione regionale ci aiuti a risolvere i nostri problemi. Siamo ormai al punto di non ritorno e non voglio neppure pensare a scenari diversi dal continuare a operare con una struttura alla quale tutti riconoscono il ruolo di eccellenza nel panorama calabrese della sanità. Un’eccellenza che va ben oltre i confini regionali, con una quota di mobilità extra regionale elevatissima. E’ per queste ragioni che vorrei che quello di oggi diventasse un momento propositivo”. Pugliese, infatti, ha illustrato ai presenti, tra i quali il vice presidente della giunta regionale Antonella Stasi e il direttore generale dell’Asp di Crotone Rocco Antonio Nostro, alcune possibili soluzioni: “Ci sono diverse strade che si potrebbero percorrere. Siamo riconosciuti come struttura di riferimento regionale, e da ciò dovrebbero conseguire degli atti che rendano reale questo riconoscimento. Da noi arrivano pazienti da tutta la Calabria e quindi il badget dovrebbe essere spalmato su tutta la regione e non ricadere solo sull’Asp di Crotone. Molti pazienti, inoltre, arrivano da fuori regione e quindi una parte delle somme erogate dalle regioni di provenienza potrebbe essere riconosciuta direttamente alla struttura”. A rafforzare le ragioni del Sant’Anna è seguito l’intervento di Piero Smpampinato, in rappresentanza delle famiglie dei degenti: “E’ necessario che la clinica sia supportata da chi di dovere. Nel meridione non c’è nulla di simile e noi, in caso di chiusura, non sapremmo dove portare i nostri congiunti. Il personale che opera qui rappresenta una squadra eccezionale. Vivono quotidianamente al fianco dei pazienti, che non sono malati come altri, ma che hanno bisogno di tutto e devono essere seguiti costantemente. Siamo molto allarmati per quanto potrebbe loro succedere”. Da parte sua, la vice presidente della giunta regionale Antonella Stasi ha chiarito che in questa vicenda ci sono stati alcuni equivoci: “La regione sta dialogando da tempo con la struttura e il presidente Scopelliti se n’è occupato in prima persona. Per quanto riguarda il decreto sui tagli, occorre rilevare che la penalizzazione era inizialmente molto più consistente. Ora si è passati dal 12% al 7. L’Asp di Crotone era stata già penalizzata negli anni scorsi, poi il decreto Balduzzi ha prospettato nuovi tagli. Bisogna però fare un percorso immediato, considerando questa struttura come riabilitativa. Mentre una clinica per acuti può rinviare alcuni tipi di prestazioni, Sant’Anna non può farlo, per la particolare tipologia dei suoi pazienti. Chiedo quindi al direttore Nostro di avviare un tavolo di verifica, in maniera tale da scorporare Sant’Anna dal gruppo degli acuti”. Anche per la Stasi è necessario spalmare la spesa su tutte le Asp calabresi: “L’Istituto raccoglie una mobilità che dovrebbe essere a carico anche delle altre Asp e non pesare solo su quella di Crotone. Ci auguriamo continui il lavoro di analisi dei dati della clinica e che si faccia subito, senza buttare al vento quanto si è già fatto finora. La struttura deve avere una valenza regionale e già dalla prossima settimana occorre incontrarci per ragionare insieme”. Nostro, infine, ha posto l’accento sul momento di difficoltà che tutte le aziende sanitarie vivono, condividendo il concetto di un Sant’Anna struttura di riferimento regionale che coinvolge anche le altre Asp e non solo quella crotonese.