Un dossier unico. Senza precedenti sulla sanità calabrese. Un quadro drammatico emerso dal convegno-dibattito promosso dall’Anfi a Cirò Marina e moderato dal dott.Francesco Mazza, giornalista professionista. L’evento si è tenuto il 5 luglio alle ore 22:00 circa al teatro Alikia. Nella serata sono stati illustrati anche il “Codice Rosso”, libro di Arcangelo Badolati e Attilio Sabato e “Il coraggio di amare” film della regista Tania Romeo girato interamente in Calabria. Evento organizzato dall’Anfi in collaborazione con l’Associazione Krimisa Ginnik Club, l’Istituto Musicale Donizetti, l’attore teatrale Nicodemo Iacovino (voce recitante), il soprano Enrica Mistretta, Marco Martino dei Suprema e Vincenzo Gandolfo, la Confraternita della Misericordia di Cirò Marina. Con la partecipazione del Magistrato dott. Salvatore Cosentino (Procuratore reggente della Procura della Repubblica di Locri), della prof.ssa Anna Lasso, docente Unical (Cattedra di Diritto Civile Patrimoniale), Mimma Iannello (Segretario Regionale CGIL) ed Arcangelo Badolati e Attilio Sabato che hanno relazionato sul loro libro “Codice Rosso”. Arcangelo Badolati è componente del Centro di documentazione e ricerca sul fenomeno mafioso dell’Università della Calabria e docente presso l’ateneo al Master sull’Intelligence. Attilio Sabato è giornalista professionista, componente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Ha collaborato con la cattedra di Antropologia Culturale all’Università della Calabria. Il libro è dedicato a tutte le vittime della malasanità. Tra i documenti pubblicati ci sono esempi di carriere costruite non sulla scorta di curricula professionali, ma sulla “fedeltà” e le “appartenenze”. Ci sono storie di professionisti più volte segnalati e sanzionati che inspiegabilmente ottengono promozioni insperate e immeritate. Storie di dolore.
Da una città all’altra della Calabria, da una struttura all’altra. Gli atti riguardanti la sanità pubblica e privata in Calabria negli ultimi anni svelano un lungo elenco di fatti inspiegabili che minano dalle fondamenta l’intero comparto. Riflettori puntati dunque sulla sanità in Calabria anche dal punto di vista della tutela dei minori ai quali troppo spesso alcune aziende sanitarie negano il diritto alla cura ed alla salute. “A Locri – si legge nel libro – un’uccisione susciterà delle sdegnate reazioni. L’Usl bloccherà i ricoveri d’urgenza in ospedale e chiuderà la sala operatoria reclamando maggiore sicurezza da parte dello Stato”. Francesco Mazza nel corso del dibattito ha affermato che “fare politica in Calabria significa anche costringere qualcuno al suicidio” (caso Fallara), oppure uccidere (caso Fortugno), mentre hanno suscitato forte scalpore le parole del Procuratore della Repubblica di Locri quando ha dichiarato che: “Oggi in Italia si vive meglio da ricercati che da ricercatori”. “Codice Rosso” è un viaggio da incubo nella Sanità calabrese. E sono vere e proprie trivelle le penne dei due attenti giornalisti calabresi, Arcangelo Badolati e Attilio Sabato, che scavano in un sistema putrido e putrescente e ne tirano fuori esalazioni nocive e mortifere che fanno rabbrividire. La Sanità calabrese è da sempre un pozzo senza fondo che consuma tre quarti del bilancio regionale e spende più della metà di quanto incassa. È un sistema rimasto imbrigliato nelle maglie di una politica pasticciona che ha inaugurato ospedali mai aperti e strutture mai utilizzate. Un pianeta diventato appannaggio dei partiti che ne controllano la gestione attraverso l’occupazione sistematica delle aziende diventate vere e proprie “fabbriche del consenso”. C’è di tutto nel sistema sanitario calabrese: ruberie, sprechi indicibili, conclamati sistemi clientelari, infiltrazioni mafiose strategiche, ritardi inspiegabili, immobilismo atavico, ospedali fatiscenti, disinteresse e disattenzione e tante, forse troppe, morti in corsia. Il “piano di rientro” ha dimezzato reparti, ha tagliato posti letto, ha prodotto una forte emigrazione sanitaria nel mentre le risorse per migliorare gli ospedali fatiscenti si sbriciolano e sbrindellano in ogni dove. E poi quegli ospedali vengono chiusi o ridimensionati. Ed è per questo che in Calabria si muore di “sanità”. Spesso. Troppo spesso.
L’Anfi di Cirò Marina – si legge in un comunicato stampa – si scusa con gli spettatori per i problemi tecnici sopravvenuti, poiché all’ultimo minuto, verso le 20.30 si è dovuto cambiare la location della presentazione del libro-inchiesta “Codice Rosso” dall’Area Portuale di Cirò Marina, dove era previsto per le ore 21.00, al teatro Alikia, a causa di “non noti” problemi intercorsi tra l’assessore comunale al ramo e (ignari) operai del comune di Cirò Marina che lo ha patrocinato, facendolo sabotare. L’Anfi, il moderatore e i relatori per l’evento non hanno preteso alcun compenso, come pure chi ha curato la parte tecnica, ed hanno preferito farlo comunque, sebbene al chiuso e senza la partecipazione del pubblico, allo scopo di divulgare i dati e le notizie relative alla gestione della sanità in Calabria che a quanto pare qualcuno vorrebbe arenare. L’Anfi si scusa inoltre con quanti, sopraggiunti anche da fuori provincia e fuori regione (tra cui anche dei relatori, dal segretario regionale della Uil per le piccole e medie imprese a dei parlamentari e altri rappresentanti istituzionali, del mondo del cinema e della cultura, giunti all’Area Portuale non sapendo dello spostamento al teatro Alikia sopravvenuto all’ultimo momento. Nel corso della serata è stato presentata anche il film della regista catanzarese Tania Romeo “Il coraggio di amare” girato interamente in Calabria.
“In Calabria quando si viene al mondo s’impara subito a fare i conti con i paradossi. E le iniquità. Con il prete che ti battezza e il boss che ti fa da compare; con il sindaco che solennizza il tuo atto di nascita e il padrino che lo benedice; con il ras politico della zona – quello che tutti chiamano ‘onorevole’ – che manda i pasticcini ai tuoi genitori immaginandoti già come un piccolo voto che cresce” (incipit del libro Codice Rosso).