Da qualche tempo, l’olio di cocco viene venduto come l’alleato perfetto per chi dimagrisce, quale sana alternativa che sostituirebbe perfettamente burro e olio d’oliva. Eppure, a quanto pare non sarebbe così. Secondo un recente studio pubblicato dalla “The American Heart Association”, l’olio di cocco sarebbe certamente non “migliore” per la nostra salute; al contrario, sarebbe peggio del burro o addirittura del lardo. Questa ricerca, condotta da non meno di 12 ricercatori che hanno testato diversi tipi di olio, avrebbe dimostrato che l’olio di cocco è stato estremamente ricco di acidi grassi saturi, mentre il burro ne conterrebbe 63%, il grasso di manzo il 50% ed il lardo il 39%. L’olio di cocco sarebbe al vertice della classifica con non meno dell’82%. Così quando sappiamo che quasi il 72% degli americani pensano che l’olio di cocco è molto buono per la salute, immaginiamo che non abbiano la reale consapevolezza della loro alimentazione; ricco di grassi saturi, l’olio di cocco potrebbe aumentare a un ritmo allarmante il nostro colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”). In ogni caso, un alto tasso di colesterolo LDL aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. E così l’American Heart Association ha concluso lapidariamente: “Perché l’olio di cocco aumenta il nostro tasso di colesterolo, una delle cause delle malattie cardiovascolari e non ha nessun effetto positivo che potrebbe compensare i benefici, si consiglia di non l’utilizzarlo”. È meglio concentrarsi su oli monoinsaturi, come olio d’oliva, mandorla, pistacchio, arachidi, ecc.. Per noi italiani, che dovremmo prediligere la “dieta mediterranea” per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è un chiaro avvertimento a non farsi attrarre da false promesse alimentari e a prediligere il nostro oro giallo: l’olio extravergine d’oliva.