Un evento inaspettato, ma che in un certo senso avevamo previsto già circa cinque anni fa quando fummo i primi a segnalare la presenza della foca monaca nelle acque territoriali albanesi proprio a sole 35 miglia nautiche da quelle salentine. Ieri invece abbiamo avuto la conferma, perchè un gruppo di diportisti ha avuto la fortuna di vedere e filmare qualcosa di veramente eccezionale, naturalisticamente parlando: la foca monaca ritorna nelle acque territoriali italiane dell’Adriatico, a poche decine di metri dalla costa frastagliata del Basso Salento, nei pressi di Tricase Porto. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, una grande emozione poter rivedere il mammifero marino a distanza di oltre quarant’anni dagli ultimi avvistamenti e che dimostra come la natura, ove rispettata possa riprendere i suoi spazi originari se e solo se decidiamo collettivamente di salvaguardarla. Sembra quasi un segno del destino ed un monito per quanti, come il consorzio TAP del megagasdotto che vorrebbe sorgere solo un po’ più a nord dell’avvistamento, ritengono di potersi fare beffe di territori che meritano soltanto cura parsimoniosa e silenziosa delle bellezze che la rendono unica. Basti ricordare che del pinnipede, secondo una stima dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura sopravvive una popolazione di appena 600-700 esemplari: circa 200 concentrati nell’Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La specie è pertanto da considerarsi a serio rischio di estinzione. La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la Monachus monachus (questo il nome scientifico) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Non ci resta che sperare, quindi, in un intervento immediato delle autorità nazionali, in particolare del Ministero dell’Ambiente per avviare tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’habitat della foca monaca anche nell’amena terra del Salento.