Si è appena conclusa l’XI edizione della “Gran Festa del Pane” di Altomonte. Un fine settimana all’insegna non solo del pane e dei grani antichi, ma di analisi delle tante possibilità di sviluppo eco-sostenibile aperte ai nostri territori.
ll Parco Nazionale della Sila ha partecipato con un suo stand, per farsi ulteriormente conoscere dai tanti visitatori dell’evento, fornire informazioni e distribuire materiali illustrativi.
Durante i tre intensi giorni si sono anche tenuti vari forum di discussione, con una partecipazione molto alta di pubblico, per scambiare esperienze, prospettare possibili soluzioni a problemi vecchi e nuovi, generare opportunità facendo rete.
Vari panel di esperti, produttori, operatori ed esponenti della politica e delle istituzioni, oltre che delle aree protette, si sono alternati ai microfoni per discutere i variegati e complessi aspetti della filiera di un prodotto solo così apparentemente semplice come il pane.
Un’analisi approfondita, dai grani antichi ai mulini, dalle opzioni per metterli in comproprietà alla possibilità di costruirne dei nuovi, arrivando finanche a parlare del tipo di pietra utilizzata per le macine – visto che il granito tende a contaminare la farina, mentre la cosiddetta pietra francese ne mantiene inalterate le caratteristiche.
A questo proposito, si è anche iniziato a discutere di una proposta di legge che tuteli sia i grani antichi che i mulini a pietra che ancora li trattano.
Inoltre il consenso è stato che «bisogna creare nuovi contadini» – nelle parole di Michelangelo D’Ambrosio di Slow Food – «perché le terre ci sono, ma serve chi le coltivi, qualcuno che sia anche educato a farlo perché coltivare e trasformare il grano non è facile», ricordando poi come gli ultimi decenni abbiano visto l’Italia in genere «risalire la china dal disfavore degli anni ’50-’60 nei confronti delle produzioni tipiche locali».
E la necessità di un’opera di educazione e di recupero delle nostre radici è senz’altro evidente anche dalle piccole cose; come per esempio ha ricordato il Consigliere dell’Area MaB “Sila” UNESCO l’architetto Salvatore Tozzo «da noi i bambini vengono e si aspettano di trovare il mulino delle pubblicità, con la ruota verticale. Invece qui in Calabria la ruota era orizzontale. Come spesso accade la biodiversità naturale finisce per portare con sé anche la diversità culturale».
Il sindaco di Bocchigliero dott. Giuseppe Santoro ha poi rivolto un appello per «snellire la burocrazia e portare avanti i giovani. Bisogna educarli a capire che proprio dalla terra può arrivare il lavoro che tanto manca nelle nostre aree».
In definitiva quale prodotto poteva essere più adatto del pane, sempre diverso ma sempre uguale, a rappresentare un simbolo per la biodiversità e lo sviluppo eco-sostenibile.