“Cirò e il Gaglioppo: Tradizione e Rivoluzione” è il titolo dell’incontro che si è tenuto giovedì 13 aprile da Arte e Gusto. Composito e numeroso il pubblico di appassionati, sommelier, alunni del Master Comet, tutti desiderosi di comprende meglio le caratteristiche della viticultura di questo estremo lembo di territorio italiano, storicamente vocato alla coltivazione della vite.
La storia della viticultura calabrese ha origini antichissime e inizia prima della colonizzazione delle popolazioni greche che si stabilirono sulle coste intorno al VI secolo a.C. Quella terra fu denominata Enotria dalla consuetudine degli abitanti di allevare la vite ad alberello sorretto da paletti (oinotron, dal greco, “paletto per la vite”). La fondazione di Crimissa, la moderna Cirò, risale al VII secolo. Proprio in questa zona i greci diedero un nuovo impulso alla viticoltura e al commercio e i vini locali divennero tra i più apprezzati del bacino mediterraneo.
L’incontro è ruotato interno alla figura di Francesco De Franco e del suo rapporto con il territorio. è Emigrato a 18 anni, come molti giovani calabresi, per studiare Architettura a Firenze, aveva iniziato una promettente carriera a San Marino. Dopo alcuni anni, sente l’esigenza di cambiare direzione: ritornare a Cirò e dare il proprio contributo allo sviluppo del paese. Sceglie di rimettersi sui libri e di dedicarsi agli studi di Viticoltura ed Enologia a Conegliano. Non ancora laureato, riprende qualche ettaro dalla proprietà paterna e s’incammina verso una nuova avventura con la sua compagna Laura.
Il vino di Cirò, nel frattempo affrontava una crisi d’identità, cercava di imitare gusti e tendenze di altri territori. Il giovane Francesco, nel 2008, anno della sua prima vendemmia, era convinto che la strada fosse un’altra. Applica sin da subito il metodo di coltivazione dell’agricoltura biologica e, in cantina, asseconda la natura favorendo il rispetto dei tempi lenti del vino, unica via per ottenere l’autenticità di un talentuoso vitigno come il gaglioppo applicato al favorevole terroir di Cirò.
A De Franco si avvicinano altri giovani, tutti proprietari di appezzamenti e desiderosi di approcciarsi a un altro concetto di vitivinicoltura. Anno dopo anno, grazie al continuo confronto tra di loro e all’unità d’intenti, si forma un gruppo di vignaioli, sempre più ampio, concordi sull’applicazione di un’agricoltura sostenibile, sul rispetto del territorio e dell’originalità del gaglioppo: Cataldo Calabretta, Sergio Arcuri, Vincenzo Scilanga, Mariangela Parrilla, Assunta Dell’Aquila sono i fautori di un nuovo corso della viticoltura cirotana e calabrese.
Dopo un’accurata analisi del contesto culturale cirotano da parte di Matteo Gallello, redattore di “Porthos”, casa editrice indipendente a Roma, la narrazione del percorso di vita di Francesco De Franco è stata scandita dall’analisi dei vini a cura del sommelier Gaetano Palombella. Abbiamo assaggiato il Rosato 2015, il Cirò Classico Superiore 2014 e la Riserva 2013 dell’azienda ‘A Vita. Concluso l’incontro, la degustazione è proseguita sul banco di assaggio con le specialità del territorio parmigiano generosamente offerte dal ristorante Arte e Gusto.
La Wine&Food Academy fondata dal cutrese Raffaele D’Angelo a Parma è composta da esperti del settore enogastronomico e appassionati del buon cibo e del buon vino che si sono uniti con l’obiettivo di stimolare un dibattito sul settore e sul ruolo di Parma come Città Creativa per la Gastronomia UNESCO. La Wine&Food Academy organizza incontri con giornalisti, produttori di vino, food maker, influencer e imprenditori, aperti al pubblico per un confronto sulle tante eccellenze nel campo alimentare della nostra Penisola.