Nell’annunciare il mio voto contrario al Documento di Programmazione Triennale, mi corre l’obbligo di precisare che esso non è dettato né da pregiudizio, né tanto meno da atteggiamento politico di parte, avendo già ampiamente dimostrato la mia più ampia autonomia di pensiero e di azione politica nei confronti dell’attuale amministrazione.
Ho, senza alcuna difficoltà, riconosciuto la pesante eredità da essa ricevuta dalla precedente Giunta e, fin dai suoi primi provvedimenti, ho dichiarato pubblicamente che avrei sempre espresso il mio giudizio, badando di volta in volta solo al merito dei provvedimenti, perché ciò che mi sta più a cuore è la difesa del bene comune della nostra città .
Tengo altresì a precisare che il mio voto contrario va interpretato come uno sprone all’amministrazione, non un semplice bastone fra le ruote. Intanto va detto che è la prima volta che ci è data la possibilità di verificare l’attività del governo cittadino nel suo complesso, di coglierne la visione strategica, cosa che oggi siamo in grado di valutare quanta impostazione di sistema ci sia nell’azione politica espressa dalla giunta Pugliese.
La mia contrarietà al suddetto documento poggia, innanzitutto, sul fatto che è stato espresso scarsissimo coraggio sul versante degli investimenti e poca lungimiranza. È cosa ampiamente risaputa che i buoni amministratori devono avere quella che io chiamo la capacità di anticipare gli eventi, di prevedere i trend futuri. Chi possiede, infatti, detta capacità coincide perfettamente con colui che riesce a dare risposte sul versante del progresso sociale e su quello del lavoro.
Bene per quanto riguarda la difesa dell’aeroporto e l’impostazione data alla questione portuale, bene l’aver riportato l’ENI a discutere. Ma grande impegno va profuso, al fine di non svendere le giuste rivendicazioni della nostra gente. Bene l’impostazione data a Crotone Sviluppo, sempre che la stessa sia stata congegnata per farla agire a 360 gradi sui fondi strutturali. Ma ulteriori proposte andrebbero avanzate al fine di attrarre impresa, pensando per esempio ad attrezzare aree strutturate di servizi e tecnologia, ma vere, non come quelle rappresentate dalle nostre aree industriali, lontane e ridotte a veri e propri immondezzai, non perché non curate dai pochi autentici imprenditori che ci sono rimasti. Occorre, inoltre, offrire le stesse per un periodo ben definito e a costi ridotti o addirittura a costo zero, affinché si possano insediare nuove iniziative imprenditoriali per un quanto più lungo periodo di tempo. Magari parte di queste aree andrebbero offerte ai nostri giovani che abbiano voglia di intraprendere, per far partire start up. Gli stessi, insomma, vanno incoraggiati e sostenuti e anche se le loro iniziative dovessero rivelarsi sbagliate, sarebbe la comunità tutta a farsi carico delle conseguenze di eventuali errori
Va con tutta onestà riconosciuto che la città , dopo la negativa stagione precedente, sembra avere un pò recuperato una quasi adeguata rappresentatività a livello istituzionale, ma rimangono tuttora irrisolti alcuni punti strategici. È mia intenzione indicare, seppure necessariamente per sommi capi, i versanti sui quali l’attuale Amministrazione dovrebbe maggiormente indirizzare la sua azione di governo. Il più importante versante è costituito dalle gravi sacche di povertà economica e sociale presenti in seno alla nostra comunità. Come si può non stigmatizzare l’assoluto disinteresse espresso in proposito dalle nostre più autorevoli deputazioni crotonesi a Roma, massicciamente presenti nella nostra realtà solo in periodo di procacciamento di voti e non interessati certo a trovare soluzioni per il nostro territorio.
Quanto ai servizi, va detto che essi vengono, in altre più vive e culturalmente attrezzate realtà del nostro Paese, intesi come le nuove industrie dei giorni nostri, nel senso che, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, riescono, quando gli stessi sono impostati secondo efficaci logiche organizzative, anche a produrre nuova e duratura occupazione. E Dio solo sa di quanta ce ne sarebbe bisogno in una città come la nostra, ormai in ginocchio da questo punto di vista.
Bene il piano dei rifiuti, ma l’acqua? Ancora si vuol giocare a rimpiattino tra regione, comune, comprensorio, per assecondare interessi spiccioli e biechi di piccoli sindaci… E che si è pensato di fare in merito alla questione dei tributi, delVerde pubblico, delle Strisce blu, del Cimitero e del decoro urbano?
Veramente non si può solidarizzare con le persone della Società dei Servizi della provincia? A Crotone sono sparite le caldaie e i climatizzatori?
Cogliendo l’occasione della Riforma Madia, basta accelerare i processi societari attorno alle Partecipate, per determinare non poche ricadute positive a livello occupazionale, tra quello di cui si dispone attualmente, quello che ci proviene già dalle ristrutturazioni passate e da quanto riusciremo a saper disegnare riguardo alle funzioni per il domani.
Mi potreste domandare: dove si vanno a reperire le risorse economiche che sarebbero necessarie? Una buona parte di un siffatto piano sarebbe a costo zero, un’altra ampia parte risulterebbe quantomeno ad un costo molto contenuto. Ed ecco il coraggio, a cui accennavo sopra: la restante parte dovrebbe far leva sulla capacità d’indebitamento del Comune. Tutti sappiamo che si andrà, al più presto, alla separazione degli investimenti sui patti di stabilità. Dall’altra, si potrebbero e si dovrebbero utilizzare allo stesso fine le royalties. Vedo, purtroppo, che tutto questo manca nel Documento di Programmazione Triennale che viene oggi sottoposto alla nostra attenzione. Dunque, non si poteva fare di più? Posso anche crederci, per questo il mio voto contrario ha il significato dello sprone. Di fronte all’eventualità di una diversa visione che tenga conto dell’effettivo bene della comunità, del principio di solidarietà, di una più adeguata e corretta strategia politica ed economica e del recupero della rappresentanza del ns territorio, io non farò mai mancare il mio sostegno personale e politico.
Ho sempre detto che mi batterò per un PD non populista, che non insegue né la beata ignoranza e saccenteria dei tanti pseudo-politici dei giorni nostri, né l’ostinata protervia di coloro che continuano a vivere di prebende politiche. Continuerò a battermi per un cambiamento vero e per un’autentica riscossa morale, che rimanga sempre ancorata alla vita della gente comune. E si continui pure a parlare e sparlare, tanto il dileggio si rivolta sempre contro chi lo usa.
In conclusione, vorrei riferirmi, per dare supporto al mio ragionamento, a due esempi alquanto significativi dal punto di vista politico:
nella discussione che facemmo a riguardo dell’aeroporto, ebbi a dire, al contrario di vari esponenti dell’opposizione, che c’era il trucco nella proposta della regione Calabria e che sarebbe stato opportuno presentarci tutti assieme a difendere gli interessi della città . Sono rimasto inascoltato, dal momento che non fu accettata
la mia proposta di realizzare una sinergia fra i tre aeroporti calabresi sotto una nuova società, nella quale ognuna delle tre città patrimonializzasse le proprie risorse, in modo che ciascuna avrebbe goduto di un peso proporzionale alla propria rappresentanza societaria e che fra tutte si sarebbe raggiunto un quanto più giusto equilibrio.
Come, invece, la questione sta andando a finire? Che Crotone anche in ciò è stata “commissariata” dalla regione e soci… Dovremmo andare con il cappello in mano alla SACAL.
Il secondo esempio si riferisce invece al fatto che l’assessore Sinopoli ha proposto un piano per l’efficientamento della pubblica illuminazione. Bene, benissimo, però in prospettiva bisogna ancora lavorare, la visione sistemica infatti si realizza, come è noto, tra risparmi, razionalizzazioni ed investimenti. Poiché oggi non vedo nulla di tutto questo nella proposta in discussione, sono convintamente indotto ad esprimere un netto No alla stessa.