I militari hanno identificato e denunciato alla Procura della Repubblica il proprietario del terreno, un pensionato del luogo. I manufatti edilizi sono stati edificati in un’area soggetta a vincolo paesaggistico.
È sembrato inverosimile, ai militari intervenuti nel cantiere, che le costruzioni realizzate con tanta cura, con superfici rifinite in pietra locale a faccia vista, fossero prive di qualsivoglia atto d’assenso che ne consentisse la realizzazione. Essi, tuttavia, si sono dovuti arrendere all’evidenza dei fatti. Il proprietario del terreno, un pensionato, presumibile committente delle opere non ha tentato neanche di fornire un’ipotetica giustificazione. In un lotto di terreno sono stati realizzati diversi manufatti edilizi, di cui solo due sequestrati perché in co rso di realizzazione, in un’area soggetta a vincolo paesaggistico e vincolo ENAC, l’Ente nazionale per l’aviazione civile.
Più che l’illegalità delle opere, colpisce il fatto che in un terr itorio riconosciuto unanimamente come attraente, ricco di storia e cultura, siano state edificate opere sotto gli occhi di tutti, senza che nessun cittadino si fosse interrogato se l’attività poteva essere consentita o meno. È come se il territorio fosse visto nella sua dimensione esclusiva di proprietà privata, non riconoscendogli le valenze paesaggistiche e culturali, di valore eminentemente pubblico.
È forse, in qualche modo, una mancanza di senso civico della collettività quando ad intervenire rimangono i Carabinieri piuttosto che i cittadini e le amministrazioni locali che dovrebbero tutelarne gli interessi.