Costa 15 euro, che pagherà solo chi potrà. Accorreranno soprattutto molti giovani, anche da Pescara, il 31 dicembre sera all’ex chiostro delle suore Orsoline di via G.Ravizza 107 a Chieti. «Perchè — Luca Fortunato cita Don Oreste Benzi — amando i fratelli ribaltiamo l’ingiustizia sulla quale il mondo prospera». Luca Fortunato vive nell’ex convento da settembre 2015, grazie alla volontà del vescovo Mons.Bruno Forte, ed è l’ideatore della serata. Oggi la struttura della Comunità Papa Giovanni XXIII, la “Capanna di Betlemme Maria Stella del Mattino”, ospita 62 accolti dalle strade e dalle periferie umane grazie a Luca e a 6 volontari che vi abitano a tempo pieno.
Alle ore 19 dell’ultimo giorno dell’anno i ragazzi andranno nelle stazioni ferroviarie di Pescara e di Chieti, per invitare tutti quelli che incontreranno. Dopo la celebrazione dell’Eucarestia inizierà il cenone, con la festa che interesserà tutti i locali della vicina scuola: una palestra sarà dedicata al ballo, altri spazi alle band musicali e ai giochi di gruppo.
«Ai giovani abbiamo detto: portate un parente o un amico che è rimasto da solo e che non può permettersi una festa di fine anno», continua Luca Fortunato. Insieme ad una decina di volontari tutti i lunedì sera incontra i senza fissa dimora della città. Grazie a loro sono una decina le persone senza casa che ogni 3-4 mesi riescono a trovare una soluzione migliore: alcuni scoprono di avere diritto ad una pensione, altri iniziano progetti di co-housing, altri ancora riescono a trovare un lavoretto grazie alla rete di relazioni con il territorio.
Al venerdì notte i volontari delle unità di strada incontrano le donne che si prostituiscono, per proporre loro strumenti per uscire dal racket.
Ma Luca, dal suo osservatorio privilegiato, lancia un allarme: «Ci sono le persone di 50-55 anni che hanno perso il lavoro e che non riusciamo in nessun modo a riqualificare. Lavoravano in fabbriche che sono state chiuse, o in produzioni artigianali; se non hanno una famiglia in grado di ospitarli o di sostenerli si trovano per strada. Non siamo in grado di trovare nessuna istituzione che si prenda cura di loro. I cinquantenni della strada sono i nostri profughi italiani, rifugiati della povertà; gli mancano 15 anni alla pensione sociale, cosa faresti tu al posto loro»?
Altre esperienze analoghe saranno vissute dai giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII con chi è solo a Riccione, con i minori non accompagnati sbarcati a Reggio Calabria, con i disabili in molte città d’Italia. Alcuni ragazzi festeggeranno la fine dell’anno insieme ai ragazzi di strada in Romania.