Entrando nel mese di dicembre, e avvicinandosi le festività natalizie, il territorio montano a ridosso della città di Cosenza inizia i preparativi per accogliere le numerose persone, turisti e amanti della natura o semplici estimatori di prodotti gastronomici locali, che ogni anno affollano il meraviglioso Parco Nazionale della Sila.
La paura generata dal polverone sollevatosi circa la presunta instabilità o pericolosità del “ponte di Celico” sta ponendo un grave freno all’economia del territorio interessato. Parliamo di un territorio che conta decine di migliaia di persone. Da Celico a San Giovanni in Fiore, passando per Spezzano della Sila, cominciano a vedersi i risultati della campagna di denuncia rivolta a far emergere la pericolosità dello stato del viadotto Cannavino. Risultati non positivi rispetto all’economia locale del territorio a monte del cosiddetto “ponte di Celico”. Numerose attività vedono già scemare la loro clientela che, preoccupata dall’imminente pericolo, preferisce rimanere a valle, ovvero percorrere la più tortuosa strada alternativa.
Ricordiamo che l’economia “silana”, tanto più nel periodo delle festività natalizie, conta sul gran numero di clienti provenienti dall’hinterland cosentino, i quali, specialmente nei settori agrituristico, turistico e commerciale in genere, costituiscono il grosso dell’utenza che nel periodo invernale interessa il territorio.
Questa situazione non si ripercuote soltanto sull’economia locale, bensì arriva a coinvolgere la sfera emotiva, la serenità, di tutte quelle persone che quotidianamente, per esigenze lavorative o di studio, sono “costrette” ad attraversare il tratto di strada in questione.
L’Unione consumatori italiani (UCI) Calabria, presieduta da Luigi De Novellis, in qualità di associazione posta a difesa del cittadino-consumatore, preso atto della situazione attuale e delle sue ripercussioni sulla popolazione della Presila e della Sila cosentina, chiede, col presente comunicato stampa, all’Anas di prendere ufficialmente posizione riguardo alla situazione del viadotto Cannavino, al fine di dirimere ogni dubbio.
La questione non coinvolge solo il diritto del cittadino ad essere informato sull’eventualità di una situazione di pericolo coinvolgente il bene-vita dello stesso. La questione, laddove il ponte incriminato fosse stabile e percorribile senza rischi, coinvolge l’economia locale, e dunque la possibilità per i cittadini più a monte della SS 107 di poter arrivare a fine mese.
Noi crediamo nella buona fede dell’Anas e nel fatto che laddove ci sia un imminente pericolo per l’utenza non ci sarebbe esitazione nella chiusura al traffico del viadotto. Non possiamo però non prendere atto delle numerose “teorie” circa l’instabilità della struttura, visto anche il coinvolgimento della televisione nazionale e la risonanza mediatica che questa ha prodotto.
Il chiarimento che chiediamo – temina il comunicato – è la definitiva risposta dell’ente alle numerose istanze di chiarimenti pervenutegli da ogni dove, non ritenendo ulteriormente accettabile lo stato d’incertezza e di paura in cui versano migliaia di cittadini calabresi, titolari di diritti non discrezionalmente comprimibili da parte di alcun soggetto, privato o pubblico che sia.