“Sia la vostra vita luce che vince sulle tenebre, mente che illumina le ragioni del cuore” è l’invito-monito finale dell’incontro “#iononstocoibulli# organizzato dalla Dirigente scolastica Silvana Catania per ricordare la tragica scomparsa del giovane Giuseppe Strancia e dire, a voce forte e chiara, agli studenti del Liceo intitolato a Luigi Lilio di quanto “gli atti di bullismo e di cyberbullismo siano l’espressione della scarsa intolleranza verso il diverso per etnia, per religione, per caratteristiche psico-fisiche, per genere, per orientamento sessuale e per particolari realtà familiari”. Dice la dinamica Capo d’Istituto “Abbiamo voluto trattare in questo incontro, che ci vede riuniti per ricordare ancora una volta Giuseppe, una tematica fortemente attuale quale quella del bullismo, per lanciare un messaggio di tolleranza, di solidarietà, di convivenza civile e di amore. Quello stesso amore di cui parla Giuseppe, il cui altruismo diventa un modello di vita al quale ispirarsi, il cui percorso su questa terra, pur così breve, è un esempio di solidarietà verso gli altri.” In un tutto organizzato da Luigi Lecce, Gino Manno, Giovanni Giardino, Ezio Nicoscia e Michele Sirianni, è comunque Assunta Madera, docente di lungo corso, la ”chairwoman” che coordina i lavori del partecipato incontro, in cui l’ Associazione politico-culturale “Radici” di Francesca Gallello ha voluto assegnare una borsa di studio intitolata a Giuseppe Strancia, al/alla più meritevole dell’Omnicomprensivo di Cirò. E la brillante Assunta Madera, da tutti confermata tra le “Migliori”, sollecita l’intervento del sociologo dell’ASP di Crotone, Nicola Marziano, che, riferendosi ad Anna Civita, ricercatrice universitaria, ha ricordato che “Il bullismo necessita di grande attenzione, in quanto spesso si manifesta come azione di gruppo nei confronti di uno o più individui incapaci di difendersi”. L’intervento di Memy Mazzone, presentata da Assunta Madera come una “sua” lodevole liceale, psicologa da 110 e lode della Lumsa di Roma, ha ricordato come “I ragazzi che scelgono di fare i bulli esibiscono un livello di rabbia e di aggressività che sentono di dover scaricare su altri, scelti per la loro vulnerabilità – vera o apparente -. Quando scoperti, i bulli negano e contrattaccano fingendo vittimismo, e così provano ad evadere, spesso con successo, le proprie responsabilità”.
Diego Annibale, aiutante maresciallo in servizio nella stazione dei Carabinieri di Cirò, nel portare il saluto “non da cerimoniale” alla importante iniziativa del Liceo Lilio e i sentimenti di ringraziamento alla dirigente Catania per “questa ulteriore e meritoria manifestazione” ricorda Giuseppe Strancia “che non aveva paura di essere schernito dagli altri compagni perché indossava il casco e andava a trenta all’ora sulla moto e perché semplicemente rispettava le regole del vivere civile”. “Tra le figure coinvolte nel triste fenomeno del bullismo, e cioè tra il bullo e la vittima, quella ancor più riprovevole è la figura dell’osservatore, che se la ride e fa il video delle “bullate” da mostrare a mò di trofeo personale ai coetanei. “Un sistema interistituzionale di interventi – dice ancora il maresciallo Annibale nel suo affascinante intervento – potrebbe rappresentare una delle soluzioni al problema, che oggi assume aspetti dilaganti soprattutto per il “bullismo informatico” messo in campo spesso senza conseguenze proprio per “scelta” delle vittime e dei familiari ovvero delle persone cui le vittime sono state affidate”. Francesca Gallello, nella sua qualità di ideatore dell’Associazione meridionalista “Radici”, ringrazia per l’accoglienza dell’iniziativa della Borsa di studio da parte della Dirigente scolastica e ricorda le doti di ragazzo ordinariamente tranquillo, educato ed operoso di Giuseppe, che quest’anno “è un diplomato di eccellenza con la sua classe, che mai dimentica la sua generosità, il suo spirito di solidarietà, il suo essere amico”. Francesca Gallello dice ancora che a memoria del fatto che “Giuseppe è la nostra storia, Radici consegna alla famiglia e alla scuola una targa, semplicemente per dire al futuro che lui, come tutti i ragazzi per bene non #stannocoibulli#”. Francesca Paladini, presidente protempore di Radici, nel comunicare che la Borsa di studio, che solitamente si caratterizza come buono per acquisto libri, è un modesto regalo in denaro da utilizzare da parte dello studente come meglio aggrada e con il suggerimento “all’acquisto di libri”. “Giuseppe – ella dice – era un ragazzo serio, buono, educato. La sua anima aleggia in quest’androne e per essa noi tutti rivolgiamo la preghiera dell’eterno riposo”.
La “chairwoman” di eccezione legge a questo punto la motivazione della borsa di studio “Giuseppe Strancia”, assegnata per l’anno scolastico 2015/16 alla liceale Giusy Aloisio, autrice del racconto “I perduti tasselli della felicità”, già insignita del premio Rotary. “Studentessa diligente, con ottime capacità logico-deduttive e linguistico-espressive”. “Si apprezzano- recita la emozionante giustificazione della scelta – le doti sia personali che comportamentali e di crescita; stimata per prontezza d’ingegno, disponibilità e completezza formativa; alunna riservata, rispettosa e sensibile. Si applica con successo e costanza alle discipline oggetto di studio approfondendone in materia autonoma e personale i contenuti, facendo tesoro delle esperienze di apprendimento extra-scolastico”. Gli interventi dei parenti di Giuseppe, del padre e della madre docenti dell’IIS Gangale di Cirò Marina, alla presenza del fratellino, che dall’anno 2016/17 sarà studente (di sicuro di eccellenza) del Liceo, e della nonna Carmelina, hanno commosso la platea, cui, con soddisfazione, è stata somministrato da parte dei familiari di Giusy un apprezzato buffet. L’Aiutante maresciallo Diego Annibale, a conclusione da questa, considerata senza ombra di smentita, la più lodevole iniziativa promossa dal Liceo di Cirò – dopo il commosso ringraziamento di Giusy Aloisio ed il saluto di Vincenzo Arcuri, studente liceale ideatore dell’hashtag #iononstocoibulli# – quasi “rubando” il microfono ad Assunta Madera, ha esortato gli studenti a scegliere la strada del diritto e della sua certezza, in uno stare insieme di regole che fanno vivere meglio e a misura d’uomo.