Vittorio Leotta di 25 anni e Deborah Ranieri di 21 anni, sono rispettivamente l’ottavo e la nona vittima della “strada della morte” in Calabria nell’anno 2016. I due giovani hanno perso la vita nell’incidente verificatosi a Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, in provincia di Catanzaro (leggi articolo). Hanno già perso la vita nel 2016 Eugenio Vadalà (28 anni) e Giuseppe Barone (18) deceduti l’8 gennaio a Bocale fraz. di Reggio Calabria, Francesco Nicola Dati (29) deceduto il 21 gennaio a Cirò Marina (KR), Carmela Palermo (66) deceduta il 6 febbraio a Rossano (CS), Francesco Gaetano (62) deceduto il 13 aprile a Corigliano Calabro (CS), Maria Cristina Brancatisano (53) deceduta il 15 maggio a Montebello Jonico (RC) e Pasquale Scarano (67) deceduto il 16 maggio a Brancaleone (RC). In pratica sulla S.S.106 dall’inizio dell’anno fino ad oggi abbiamo avuto quattro vittime in provincia di Reggio Calabria, due in provincia di Catanzaro, due in provincia di Cosenza ed una vittima in provincia di Crotone. Inoltre, sulla S.S.106 dal gennaio del 2016 ad oggi abbiamo in media due vittime ogni mese.
L’Associazione ‘Basta Vittime Sulla Strada Statale 106’ intende ribadire e sottolineare che “tutto ciò rappresenta la più grande Strage di Stato della storia della Repubblica italiana ed intende evidenziare, inoltre, che quanto accade purtroppo da sempre sulla S.S.106 ha delle chiare ed evidenti responsabilità politiche: il Governo nazionale e regionale, la classe parlamentare calabrese a Roma, le amministrazioni locali e provinciali, le forze sindacali. Tutti, nessuno escluso, coloro i quali rivestono ruoli istituzionali sono moralmente responsabili dell’olocausto sulla S.S.106. È grave ciò che accade da sempre sulla S.S.106 ma è gravissimo il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni che non riescono ad affrontare e risolvere con determinazione e volontà la strage infinita delle vittime e dei feriti sulla tristemente nota “strada della morte”: mentre in altri luoghi del Paese già dotati di infrastrutture si continua ad investire nella realizzazione di nuove opere che non servono qui in Calabria si lasciano morire i cittadini nel silenzio di un sistema viario che versa in condizioni comatose”.